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Appalti truccati: “Lo scuolabus è cosa nostra”, arresti per mafia nel Palermitano

lunedì 17 Settembre 2018
scuolabus carabinieri

Pure gli scuolabus in mano alla mafia. I carabinieri di Lercara Friddi, in provincia di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone accusate, a vario titolo, di estorsione, rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e trasferimento fraudolento di valori.

Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una prolungata indagine avviata dal settembre 2016 e relativa ad alcune gravi irregolarità in merito alle procedure della gara d’appalto indetta dal Comune di Castronovo di Sicilia per l’aggiudicazione del servizio di trasporto scolastico comunale per l’anno scolastico 2016/2017, assegnato, per un importo di circa 31 mila euro, a una ditta di fatto riconducibile a un noto sorvegliato speciale, e condannato per associazione mafiosa.

Ecco gli indagati

In carcere è finito Antonino Biancorosso, nato a Castronovo di Sicilia, 77 anni, già sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno.
Ai domiciliari sono finiti Gerlando Schembri, residente a Lercara Friddi, 61 anni, segretario generale dei comuni di Lercara Friddi, Vicari e Roccapalumba; Maria Elisa Scaglione, 65 anni, di Castronovo di Sicilia responsabile dell’ufficio scolastico del Comune; Fausto Giuseppe Vitale Alfonso, 53 anni, responsabile del settore lavori pubblici del comune di Castronovo di Sicilia; Mario Gattuso, 59 anni, dipendente del Comune di Castronovo di Sicilia.
L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è scattato per Bruna Biancorosso, studentessa, 25 anni, residente a Castronovo di Sicilia.

In particolare le indagini, consistite in attività tecniche d’intercettazione, hanno consentito di accertare che l’uomo era riuscito, anche grazie alla compiacenza del Segretario Comunale, del Responsabile e di un impiegato dell’Ufficio Tecnico Comunale, nonché del Responsabile dell’Ufficio Scolastico del Comune di Castronovo di Sicilia (tutti ai domiciliari), a far desistere – a seguito di gravi minacce – la ditta di trasporti di San Giovanni Gemini (Agrigento), aggiudicatrice della gara d’appalto, dall’accettare il servizio scuolabus a base di gara che, pertanto, è stato conseguentemente attribuito, per scorrimento della graduatoria, alla ditta – appositamente costituita – intestata alla figlia del mafioso. Con il medesimo provvedimento cautelare, è stato anche disposto il sequestro preventivo della somma pari all’appalto conseguito illegalmente, nonché della ditta di trasporti.

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