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Scrittrice, giornalista, saggista, attrice, cantautrice: in Sara Favarò si manifesta tutta la forza di una terra, la Sicilia, che si contraddistingue per sfaccettature e sfumature eccezionali.
Sono proprio queste ultime che la scrittrice ricerca con ostinata passione.
L’abbiamo incontrata in occasione della presentazione del suo lavoro, “La favole siciliane di Giovanni Meli“, favole poetiche che l’autrice ha trascritto da una copia originale dell’Ottocento, traducendole dal siciliano all’italiano e mantenendo l’originale impronta letteraria della metrica.
Parte sempre dalle sue radici siciliane la Favarò per approfondire temi che riguardano storia, tradizioni e non solo: le 54 pubblicazioni di cui è autrice annoverano testi apparentemente “più leggeri” come “Minchiate” e altri più impegnati come “Il suicidato“, un’intervista, donna a donna, mamma a mamma, ad Angela Manca, madre di Attilio, dottore ucciso presumibilmente per aver visto qualcosa o qualcuno che non doveva vedere. Il libro, con la prefazione di Salvatore Borsellino, verrà prossimamente presentato a Palermo.
E poi ancora testi e favole per bambini, stesure per musical ed eventi teatrali, fino ad estendere le sue ricerche alla traslazione di riti pagani in riti cristiani e alla comparazione di riti e miti dell’area mediterranea. Non ultimo il libro “Viva Palermo e Santa Rosalia“, articolato in più parti, una in italiano, l’altra in siciliano, che narra la storia della santa patrona della città, raccogliendo anche documenti inediti sulla vita di Rosalia Sinibaldi, aldilà delle credenze popolari. Un lavoro che porta con sé una ricerca raffinata e accurata, un punto di vista differente di Santa Rosalia.
Dagli esordi, nel 1980, ad oggi Sara Favarò ha continuato, instancabilmente, la sua ricerca ricevendo, da parte del sindaco Orlando, anche il riconoscimento di “Tessera preziosa del Mosaico Palermo“.