Drammatica relazione di inizio mandato del sindaco Cateno De Luca sulla situazione amministrativa a Messina: “Entro il 25 novembre dobbiamo chiudere la partita dell’approvazione del Piano di riequilibrio, data entro la quale spedire il piano modificato o meno. Dobbiamo capire assieme come stanno le cose. Quella data non è nostra, ma l’intera città”.
Durissimi i toni usati da De Luca, che non ha ancora sciolto la riserva sulle sue dimissioni dalla carica di sindaco e si è così rivolto nel suo discorso al Consiglio comunale, richiamando le responsabilità della passata Amministrazione: “Mettere gli utili nel Riequilibrio è stata una follia, non puoi predeterminare gli utili per il futuro, è falso. L’acqua è un bene pubblico, non si deve vendere, eventuali utili si devono reimpiegare nella rete. Invece l’ex amministrazione ha fatto questo, ha tolto i probabili utili dell’Amam per destinarli alle spese pazze. Questa è una delle poste che ha creato il buco. Siete stati criminali a non dichiarare il dissesto, avete continuato a creare debiti, creare illusioni”.
De Luca ha definito “cruciale” la data del 25 novembre: “Quella data presuppone una serie di azioni, atti, decisioni, che sono macigni.Si parte dal presupposto che ogni azione che viene messa nel Piano deve essere preventivamente supportata da atti certi. Sul Riequilibrio predisposto da Accorinti l’allora consigliera comunale Antonella Russo è stata profetica, puntuale, precisa. E la ringrazio per il lavoro fatto all’epoca. Ma se non ci sono atti che supportano il Piano contiene poste farlocche, e questo Piano ne ha tante di poste farlocche, sommando un buco di 51 milioni di euro, checchè ne dica l’ex Signorino.
Il Collegio dei revisori aveva anche chiesto di fare un monitoraggio ma l’amministrazione Accorinti nonostante le varie istanze non ha mai messo i revisori in condizioni di farlo. E questo è grave. Se dovessimo dire da dove partiamo, partiamo da quasi meno 100 milioni. Cosa sono? I nuovi debiti Atm, certificati, e si vedeva che faceva un buco annuale di 4 milioni di euro. Poi c’è il mancato accantonamento che vede meno somme e questo è gravissimo. Basta con questo gioco. Tutti i debiti che ci sono o escono ora o chi li nasconde ne risponderà. Dal 10 ottobre in poi capiremo l’entità. Se il Comune è così è a causa delle partecipate che hanno portato al dissesto Messina”.
“I bilanci sono stati approvati senza la logica dell’armonizzazione – continua De Luca -. Ci sono debiti nascosti nei cassetti da 4 anni. Il bilancio armonizzato non esiste e nonostante rilievi dei revisori e della Corte dei Conti, il sistema era drogato pur di andare avanti. Il punto di partenza è drammatico, il punto di arrivo è il 25 novembre. Non siamo ancora nelle condizioni di stabilire se ci sono i margini per rimodulare il Piano o meno. L’accertamento non è completo e questi buchi sono allarmanti”.
“Non è automatico – ha aggiunto De Luca – che si possa fare per 20 anni. Il testo unico degli Enti locali prevede fasce che sono collegate alla massa debitoria ad una certa data. La nostra data qual è, il 31 dicembre 2016? O è la massa debitoria iniziale? Si è continuato a spendere e spandere. Su questo, se vorrete fare una commissione d’inchiesta non sarebbe male. Vorrei capire perché si sono fatte alcune transazioni e altre no. Perché la 2R è stata transata? E gli altri creditori? Un miracolo. C’è stata disarticolazione del comportamento in questi anni. Abbiamo riunito tutti i vertici delle Partecipate e guardando tutte le carte abbiamo scoperto cose interessanti. Muoversi in questa selva oscura non è stato facile. Non ci sono i tempi per far finta di sognare e svegliarsi. Se il consiglio comunale non decide cosa fare, non ci sono più i tempi. Questo sistema è stato drogato, Messina non la salvo io da solo. O la salviamo insieme o non ci sono i margini. Se voi consiglieri comunali volete svolgere una funzione innovativa rispetto a quanto accaduto finora io ci sono. Altrimenti se volete solo mantenere posti di lavoro consegniamo la chiave di Messina a un potestà, o a chi ci ricatta come i sindacati, massacrando la comunità”.