“Vedo toni trionfalistici sul TTG di Rimini e si esalta l’incremento delle presenze turistiche. Ma la Sicilia può e deve raggiungere una crescita molto più ampia e significativa”. Lo afferma il presidente emerito di Uftaa (la Federazione mondiale degli Agenti di Viaggio), Mario Bevacqua che analizza l’andamento del turismo in Sicilia e traccia, evidenzia le problematiche irrisolte e traccia le priorità per lo sviluppo delle politiche ricettive ed economiche nell’isola.
“Per risolvere i problemi della Sicilia – afferma il presidente Bevacqua – non basta cullarsi sul fatto che, stando a quanto emerso al TTG, nel giudizio dei turisti stranieri la Sicilia è la regione italiana più amata. Tutti conosciamo le eccezionali bellezze culturali e paesaggistiche della Sicilia ma poi se andiamo a vedere i numeri ci accorgiamo che aree come le Canarie e le Baleari fanno molte più presenze di noi e allora una riflessione strategica va fatta con estrema chiarezza e obiettività. Il programma “Mare Italia” su cui in tanti hanno puntato è stato un flop. E’ una formulata ormai superata, iper-inflazionata, bisogna andare oltre. E’ riemersa nuovamente, in modo prepotente, la capacità attrattiva di realtà turistiche antagoniste alla nostra nell’area del Mediterraneo come Egitto e Tunisia. Nel 2017 il prodotto “Mare Italia”, che è uno dei principali prodotti attrattivi del nostro turismo, era andato bene ma questa impennata era arrivata anche perché c’erano state le ben note problematiche nelle regioni del Nord Africa. Adesso che quelle tensioni si sono affievolite, Egitto e Tunisia si sono ripresi quei flussi che per lo più si erano spostati da noi lo scorso anno. E’ evidente che se Sharm el-Sheikh torna a fare numeri da capogiro, diventa tutto più complicato per noi ed è necessario ripensare l’offerta, il prodotto da dare ai turisti che arrivano in Sicilia”.
Bevacqua lancia poi una frecciata al ministro del Turismo, Centinaio: “Quali sono i poteri reali del ministro del Turismo in questo momento? Da 30 anni tutti dicono che Enit non funziona come dovrebbe rispetto a quello che dovrebbe fare, e non occorre che sia Centinaio a evidenziare questa nota dolente. Vuole nominare al vertice di Enit dei tecnici di settore che abbiano una grossa esperienza internazionale e pensa di muoversi in questa direzione perché, in sostanza, spera così di poter incrementare la sua effettiva sfera di influenza sulla promozione e sulla pianificazione”.
Ma su quali mercati deve puntare la Sicilia? “Ci si esalta sempre quando si parla della Russia – continua il presidente emerito di Uftaa – ma i mercati emergenti sono quelli dell’estremo Oriente, possono dare un apporto di eccezionale rilievo ed è lì che bisogna fare ragionamenti ambiziosi. La vera sfida per il futuro si gioca da quelle parti, e mi riferisco al mercato cinese e a quello indiano. Sono stato di recente a Nuova Delhi e in quella occasione è stato siglato un protocollo d’intesa tra India e Cina. Non so se rendo l’idea di quello che può significare questo accordo: in quelle regioni ci sono numeri enormi, che possono ribaltare completamente le dinamiche del turismo e dell’economia globale. Ho chiesto alle autorità indiane e a quelle cinesi di mettermi a disposizione uno spazio espositivo per poter rappresentare l’Italia. Come past president Uftaa, ed essendo stato l’unico italiano di sempre che ha ricoperto la carica di presidente dell’Uftaa, conosco bene quelle realtà. Si può fare laggiù promozione vera con i tour operator del luogo e senza spendere chissà quali soldi. Parlo di una strategia turistica da applicare nelle grosse manifestazioni di portata planetaria, non ad un singolo evento fieristico ma in un’ottica di confronto a largo raggio con gli agenti di viaggio e con i tour operator, autentici “custodi” delle chiavi del turismo internazionale”.
“La stagione turistica in Sicilia è andata bene. Al solito meriterebbe un capitolo a parte il discorso sul sommerso ma lo sappiamo bene quali livelli ha raggiunto e quanto sia essenziale intensificare il contrasto all’abusivismo e alla concorrenza sleale. Taormina ha mantenuto la sua posizione di riferimento, il suo primato ma anche qui adesso sta per calare il sipario: da novembre Taormina chiude e, di riflesso, chiude tutta la Sicilia. Riapriremo ad aprile. Da novembre ad aprile la Sicilia chiude ed è un vero peccato. Non chiamiamola più destagionalizzazione, anche perché qui c’è un clima di fatto tropicale. Oggi alle 13 30 ad Acitrezza c’erano i turisti che facevano il bagno, e poco più in là ad Acicastello alle 13.45 si scatenava un nubifragio”.
“Potremo iniziare a parlare di inversione di tendenza quando riusciremo a coprire questi sei mesi dove al momento tutto finisce e tutto si quieta. Finisce il lavoro, le strutture chiudono, finiscono anche gli eventi. Quest’anno, invece, Palermo capitale della Cultura 2018 è stato un fatto molto positivo, ha dimostrato che si può allungare la stagione. Palermo sta andando bene perché è stata riempita da 150 manifestazioni. La gente va volentieri a Palermo ai vari appuntamenti in programma nel capoluogo siciliano. E’ inutile fare 51 spettacoli a Taormina concentrati in soli due mesi e 10 spettacoli nella settimana di ferragosto: va distribuito tutto nell’arco di tutto l’anno. Nello specifico, su Taormina ci sarebbe tanto da dire e resto dell’avviso che vada concepita come smart-city, invitando gli agenti di viaggio in bassa stagione per movimentare i mesi dormienti in cui non l’industria del turismo oggi chiude”.
Infine Bevacqua analizza la spinosa questione di una legge sul turismo: “Si parla da tanti anni di una legge di riforma del turismo. Ho fiducia nel presidente Musumeci, ha le qualità e l’esperienza per determinare un cambiamento positivo. Gli ho chiesto di fare una legge di riordino. Nella commissione competente ci sono diversi disegni, non c’è nulla da inventare, va stabilito soltanto quale sia il miglior disegno da portare in Assemblea regionale. Ho detto al presidente che se farà una buona legge verrà ricordato da tutti, perché da 70 anni da queste parti in Sicilia ci sono stati soltanto piccoli provvedimenti ma mai un riordino globale della materia. Il segreto del rilancio è nel mettere ordine in questo settore strategico. I funzionari regionali, se non fanno il lodo dovere, bisogna cambiarli e metterli da parte, senza se e senza ma, perché altrimenti fanno del male alla Sicilia, a tutti noi siciliani”.