E’ morto a Palermo a 90 anni l’avvocato Vincenzo Fallica. Lascia la moglie e 8 figli. Molto noto per aver formato generazioni di legali Fallica cominciò l’attività professionale nel 1952 nello studio del penalista Gioacchino Berna Filangeri dove conobbe il giurista Francesco Carnelutti che gli allargò gli orizzonti professionali anche in campo civilistico.
Divenne uno dei cassazionisti più giovani d’Italia e nel ’70 assunse incarichi come revisore di conti di diverse società quotate in borsa. Appassionato di studi giuridici fondò e diresse la rivista ”Responsabilità e dialogo” che poi divenne un’associazione culturale internazionale e che organizzò anche convegni con filosofi di tutto il mondo. Divenne uno dei legali più gettonati a Palermo difendendo boss mafiosi ma anche povera gente e imputati di delitti eccellenti come Casimiro Russo, accusato dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, che dopo anni di detenzione venne completamente scagionato nel processo di revisione. Coinvolto in due inchieste negli anni ’80, a Bari e Milano, venne assolto con formula piena in entrambi i processi e risarcito.
Ormai ottantenne Vincenzo Fallica ha rappresentato, in diversi procedimenti civili, numerosi familiari delle vittime della strage aerea di Ustica (81 morti nel Dc 9 Itavia precipitato a largo dell’isola palermitana il 27 giugno 1980) ottenendo la condanna dei ministeri dei Trasporti e della Difesa al risarcimento.
”Dopo aver letto migliaia di pagine, di atti processuali, i risultati delle perizie è mia convinzione che a far cadere il Dc 9 Itavia fu un missile lanciato per abbattere l’aereo in cui si credeva vi fosse Gheddafi”, diceva il legale sostenendo che forse la verità non si sarebbe mai saputa. Ma non importava: lo Stato è responsabile della sicurezza delle persone in volo nei propri spazi aerei. E Fallica prese posizione anche contro i governi che attraverso l’avvocatura dello Stato si opponevano al risarcimenti dei familiari delle vittime.
Studioso del Diritto e della Giurisdizione negli ultimi anni sosteneva che un buon avvocato deve avere come pregio una grande capacità di sintesi. E in effetti le sue citazioni anche in procedimenti importanti, come quello della tragedia di Ustica, erano di poche pagine. Nel 2016 aveva ricevuto, insieme ad altri legali, la targa per i 60 anni e oltre di attività.