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È passato più di un anno da quando il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MiPAAFT), nel 2017, ha inserito la Tonnara di Favignana nell’elenco delle 6 tonnare italiane che possono pescare il tonno rosso con il sistema della tonnara fissa.
Eppure da allora nessun tonno ancora è stato catturato a largo delle coste dell’Isola, né lavorato nello splendido stabilimento realizzato dai Florio. Perché? Perché si attende che il MiPAAFT stabilisca le quote di tonno da assegnare e il soggetto che le può pescare. Nel frattempo, il tempo passa e la Tonnara rischia di essere depennata da questo elenco. Infatti, come recita lo stesso decreto, se entro il 2019 non verranno calate le reti Favignana perderà tale diritto. Oltre il danno, quindi, anche la beffa.
Una situazione già vissuta nel 2016, quando un raggruppamento di soggetti pubblici e privati riuscì a calare le tonnara fissa a scopo turistico, grazie soprattutto allo sforzo economico ed organizzativo fatto alla Castiglione srl, industria leader in Europa nella produzione di tonno pinne gialle in scatola, scongiurandone così la chiusura.
“Crediamo in questa attività – spiega Filippo Amodeo, amministratore della società – noi abbiamo una risorsa che è il tonno rosso del Mediterraneo, una risorsa esclusiva che è molto molto apprezzata dai giapponesi conosciamo il suo valore e chiaramente vogliamo esercitare un’attività produttiva che abbia delle ricadute su tutto il territorio e redistribuisce ricchezza allo stesso in termini di occupazione, di indotto”.
Oggi l’inerzia incomprensibile del Ministero, nonostante i solleciti dei soggetti interessati e l’impegno del Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione , impedisce il recupero di questa antica tradizione, ostacolando di fatto la crescita e lo sviluppo di uno dei territori più belli e suggestivi della Sicilia. Una tradizione legata alla gloriosa storia dei Florio, la famiglia di industriali siciliani protagonista della Belle èpoque, che sempre i Castiglione hanno deciso di preservare e rilanciare.
Nel 2016, infatti, l’azienda ha deciso di rilevare il marchio per evitare che finisse nelle mani di imprenditori stranieri e per realizzare con questo una linea di prodotti di eccellenza.
Tutto, quindi, a Favignana è pronto per tornare ai fasti di un tempo, Roma permettendo.