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Il Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo ospita l’esposizione della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou, prima tappa di interventi in Italia, con la mostra “Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia”.
Dal 16 novembre al 3 febbraio 2019 si potrà visionare una considerevole selezione di opere-sculture, carte e installazioni, alcune esposte per la prima volta in Italia, tra cui realizzazioni site specific per una mostra installazione, curata da Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, che dialoga con i reperti archeologici esposti in permanenza nelle sale museali.
La mostra palermitana è la prima tappa della “Trilogia Italia” organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell’artista in Italia per questa rassegna che tocca anche Torino, alla Gallery della Fondazione Sandretto, e Trieste, al Civico Museo Sartorio e al Castello di San Giusto.
La “Trilogia” evidenzia il dialogo continuo tra il passato e il presente, partendo dal ricco retaggio archeologico che accomuna la cultura greca a quella del nostro Paese, da cui il titolo “Futuro Primordiale”, declinato con un sottotitolo specifico per ciascuna delle tre mostre: a Palermo “Materia”, a Torino “Logos” e a Trieste “Suono”.
“Tutte e tre le esposizioni – precisa l’artista – sono legate dallo stesso filo conduttore, quello che tengo saldamente in mano per non perdermi. Viene dal profondo del tempo e, con la consapevolezza del presente, sento che può condurci al futuro rendendolo meno incerto”.
Nelle opere esposte al Museo Salinas protagonista è la materia, dalla pietra lavica alla carta a mano cinese, dal bronzo al marmo, al gesso, che sottolinea quanto l’archeologia riviva nella contemporaneità e l’immersione nel passato serva a comprendere il presente.
Spiega infatti la Dimitrakopoulou: “A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l’Armatura Segreta e le Linee di pensiero. È un dialogo tra fragilità e solidità, l’effimero e l’eterno. Una riflessione sul modo in cui l’archeologia svela la materia nel presente. La materia, quindi, è il tema principale“.
E così, per citare alcuni lavori esposti al Museo archeologico di Palermo, gessi, bronzi e pietre vulcaniche di Egina, isola dove ha sede lo studio dell’artista, diventano teste e volti, spesso dalla bocca semi aperta, di antichi guerrieri, eroi e semidei come nelle opere Agamennone (2005-2009-2018) e Pelope (2009), accanto a Lance (2018) in marmo e bronzo che raccontano il passato dell’Egeo attraverso venature nascoste e si innalzano come baluardi, strumenti di difesa.
In queste opere la materia prima determina il modellato estetico delle sculture che, a dialogo con l’ambiente in cui vengono presentate, mettono in risalto riferimenti storici e caratteristiche del luogo di provenienza, e raccontano così una sorta di storia personale che guida il visitatore nella loro contemplazione e interpretazione.
Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un profondo carattere antropocentrico e riflettono sul ruolo dell’esistenza umana nello spazio e nel tempo che l’artista sceglie di cogliere nella sua creazione, chiamando l’osservatore a partecipare dell’espressione artistica, a viverla come una relazione con se stesso, attraverso un’esperienza interiore, mentale e sentimentale.
L’esposizione gode dei patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell’Ambasciata di Grecia a Roma, del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), dell’Assessorato Regionale e del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Regione Siciliana, del Comune di Palermo ed è inserita nel cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.