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Una “scelta di cuore“, istintiva, quella che Marianna Musotto, giovane musicista palermitana, ha espresso sin da piccolissima scegliendo di imparare a suonare la tromba.
Se è vero che “non si suona uno strumento ma con lo strumento” Marianna Musotto è esempio concreto di perseveranza e passione che, in barba agli stereotipi più banali, l’ha vista crescere professionalmente e affermarsi nel panorama internazionale come trombettista donna (il giornale Il Foglio le ha dedicato una pagina inserendola nelle “élite parallele” delle nuove tendenze culturali).
Tra gli ultimi progetti, in uscita negli store digitali e prossimamente anche nei negozi, il disco “Soundtracks Project” con il gruppo Metamorphosis, ensemble di violino, pianoforte e tromba.
“L’idea è partita dal maestro Franco Mezzena, virtuoso del violino – ci dice Marianna nella video intervista – che mi ha contattato chiedendo di partecipare come tromba solista, con lui e Stefano Giavazzi; è un progetto di musica da camera cross over non legato alla musica classica tout court, con un gioco di equilibri perfetto tra di noi“.
Altro appuntamento importante, al rientro da un anno di lavoro all’Hall Cairo Opera House, è la tournée internazionale che porterà Marianna, sempre da solista, in giro per gli Stati Uniti.
Professionalità e passione, studio e ricerca sono i dictat di questa giovane e talentuosa artista che, come troppo spesso accade, non ha trovato finora l’opportunità di esprimere il proprio talento nella sua città natale.
“Ci sono dei tesori ancora nascosti e da rivalutare ma mancano le basi, ci sono tantissime persone capaci a Palermo che però non vengono messe in prima fila, soprattutto perché mancano i fondi per la cultura in generale. C’è il sogno il suonare nella mia città, ma forse non è il momento storico ed emotivo per me, quando avrò qualcosa in più da dire con la musica allora si potrà fare“.
Prima di lasciarci sulle note de “La Strada” di Nino Rota, augurio per una carriera lunga e luminosa, Marianna Musotto chiude così: “Per me la musica non è competitività, deve essere sempre uno sprone alla bellezza“.
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