La Regione Siciliana dà il via libera al Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza e da Roma arriva il plauso all’Esecutivo, e nello specifico all’assessore Mariella Ippolito, dalla senatrice siciliana Urania Papatheu. L’esponente di Forza Italia, che aveva organizzato a Taormina il convegno sul femminicidio per la firma della “Carta della non violenza” e che il 25 novembre scorso (in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza delle Donne) proposto di recente l’istituzione del “Reddito di coraggio” per le donne che subiscono violenze, accoglie con soddisfazione la decisione della Regione.
Il Reddito di Libertà, esitato nella legge di bilancio regionale, riguarda le donne vittime di violenza fisica o psicologica alle quali, in presenza di determinate caratteristiche reddituali, verrà garantita la partecipazione ad un percorso finalizzato al raggiungimento dell’indipendenza economica personale nonché di eventuali figli minori a carico. La Papatheu non fa mistero di quello che definisce “un senso profondo e sincero di orgoglio per un gesto che pone la Sicilia all’avanguardia nelle politiche per la tutela delle donne“.
“Nelle settimane scorse, di fronte al dramma sociale della violenza sulle donne – afferma Papatheu -, ho proposto al governo nazionale di creare un fondo cospicuo da destinare a quelle donne che, dopo aver denunciato una violenza, devono rifarsi una vita e non sono in grado di farlo. Questa proposta è rimasta lettera morta a Roma, ma non in Sicilia. Due giorni fa l’Assessorato regionale della famiglia ha diramato una circolare a tutti gli uffici dei servizi sociali dei Comuni dell’Isola nella quale annuncia l’istituzione del ‘Reddito di libertà’, esattamente quello strumento, da me sostenuto, in grado di favorire l’indipendenza economica di ogni donna vittima di violenza”.
“Dalle tante parole – conclude l’esponente di Fi -, finalmente si è passati adesso ai fatti. E mi inorgoglisce ancora di più che questa misura, indispensabile per la dignità della donna, sia stata attuata nella mia terra. Un piccolo grande passo che segna la distanza culturale, politica e morale tra coloro che nei Palazzi del potere chiacchierano e chi, invece, con coraggio sostiene con i fatti le donne vittime di violenza”.