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Via alle contromosse delle sorelle Irene, Ina e Marianna Napoli per tutelare la memoria del padre: l’avvocato delle donne di Mezzojuso, Giorgio Bisagna, ha annunciato che due persone saranno querelate per diffamazione aggravata, anche se non ha reso note le loro identità. Ed è tornato sugli ultimi risvolti della vicenda, che hanno visto il genitore delle tre sorelle tirato in ballo come capomafia di Mezzojuso dal generale dei carabinieri Nicolò Gebbia durante la deposizione in un processo. “Sono solo calunnie – ha affermato l’avvocato Bisagna -, sono state riportate informazioni parziali e antecedenti a una condanna per calunnia (di cui sarebbe stato vittima proprio Nicolò Napoli, ndr), come accertato da una sentenza nel lontano 1974“.
In un’informativa del Ros, nel 2001, si affermava che Salvatore Napoli fosse vicino ad ambienti di Cosa nostra. il legale ha convocato oggi i giornalisti per rendere noto un fatto nuovo: “Abbiamo una sentenza di calunnia del 1974 nei confronti una persona, Francesco Bonanno, in cui il signor Napoli era vittima della calunnia“. Poi La conclusione del legale: “Ci chiediamo come mai il Ros non abbia tenuto conto nell’informativa della sentenza sulla calunnia del 1974“.
La vicenda delle sorelle Napoli è assurta agli onori della cronaca anche per le numerose puntate dedicate dalla trasmissione condotta da Massimo Giletti, Non è l’Arena, che proprio per la costante attenzione mediatica, giudicata eccessiva dal sindaco di Mezzojuso, è stato querelato da quest’ultimo. Le tre donne sono proprietarie di un’azienda agricola coltivata a cereali e foraggio. Dopo la morte del padre hanno subito minacce e intimidazioni volte a costringerle a vendere l’attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l’uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni: “Stanno calunniando il nostro operato – dicono – è vergognoso“