Il sistema rifiuti è la più grande “industria” siciliana, con un fatturato stimato in oltre un miliardo di euro. Ma è un business che non funziona, con criticità assolute, fotografate in maniera plastica da Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: “Consigli? Come commissione d’inchiesta non possiamo darne più di tanti, ci limitiamo ad analizzare le problematiche . E’ evidente che nel momento in cui il ciclo ordinario non funziona si creano problematiche ambientali e giudiziarie per un motivo molto semplice: la criminalità si interessa ai rifiuti non perché abbiano un particolare appeal ma perché si traducono in enormi quantità di denaro che, se non sono gestite in maniera corretta, danno luogo a quelle distorsioni che purtroppo in questa regione sono molto presenti. Le nostre direttive sono molto semplici. Ci sono regioni in cui la gestione dei rifiuti e’ molto virtuosa, basterebbe guardare a questi esempi e adattare la gestione alla realtà del posto. Non e’ particolarmente complicato, forse c’è l’interesse a mantenere le cose così come stanno”. Sistema bocciato in toto?
Per Vania Contraffatto, assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti, “la relazione fotografa una realtà consolidata negli anni ma che comunque oggi è in divenire. La situazione di inizio anno non e’ la stessa di adesso, si sono fatti dei grossi passi avanti. ” Non parliamo piu’ dei termovalorizzatori dell’epoca Cuffaro ma un’alternativa alla discarica tramite la formazione di biogas o altre soluzioni tecnologiche. Il concetto di discarica sara’ abbandonato – ha concluso Contrafatto – perche’ e’ un meccanismo di smaltimento che non puo’ essere piu’ reiterato e non possono esserci altre autorizzazioni in materia, perche’ dal 2023 per regolamentazione europea non si potranno piu’ utilizzare le discariche”.
Anche il sindaco Leoluca Orlando è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare nazionale di inchiesta sui rifiuti, a seguito delle innumerevoli denunce che il primo cittadino aveva presentato già a partire dall’insediamento del 2012, relativamente al ciclo dei rifiuti in Sicilia. “La dura requisitoria svolta dai Commissari sul settore dei rifiuti in Sicilia – dichiara il sindaco Orlando – conferma la gravità della situazione su scala regionale, dovuta, come già da me ribadito ad entrambe le Commissioni parlamentari di inchiesta su rifiuti e antimafia, ad un sistema criminogeno fondato su confusione legislativa e gestionale, assenza e, adesso, inadeguatezza di Piano regionale rifiuti, ordinanze presidenziali regionali confuse e inefficaci e, talora, inapplicabili, inesistenza di impiantistica che si accompagna ad abnormi privilegi per discariche private”. “Il sistema dei rifiuti in Sicilia – continua Orlando – rischia di apparire, come più volte denunciato da me e da Anci Sicilia, la riedizione in campo regionale del sistema palermitano cianciminiano di potere politico, affaristico, mafioso degli anni 80”. “La Commissione – aggiunge il sindaco – ha preso atto dei grandi passi avanti fatti nella gestione della discarica pubblica di Bellolampo, grazie all’impegno del Comune di Palermo e della Rap e nonostante l’impianto stia attualmente contribuendo ad impedire l’emergenza in altri quaranta comuni, quindi con grande sovraccarico per la struttura e per i lavoratori dell’azienda”.