Finirà in galera l’allevatore Antonino Sciortino, condannato dalla Corte d’Appello di Palermo con l’accusa di aver gestito e potenziato il mandamento di Camporeale. Il giudice lo ha condannato a 18 anni di reclusione assieme ad altri 39 imputati arrestati nell’operazione “Nuovo Mandamento” nell’aprile 2013. Le indagini, condotte dai Carabinieri, sotto il coordinamento della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia), avevano documentato il tentativo di far confluire le famiglie mafiose di San Giuseppe Jato e Partinico in quello di Camporeale, costituendo un “super mandamento“.
A dicembre 2014 Sciortino fu scarcerato in seguito al giudizio di assoluzione di primo grado, ma adesso tornerà in galera. Esito capovolto anche per altri imputati: Sergio Damiani, assolto in primo grado, adesso è stato condannato a 11 anni di reclusione mentre Demetrio Schirò e Vincenzo Mulè, entrambi erano stati condannati a 4 mesi. Nel processo erano imputate in tutto 40 persone, accusate a vario titolo di mafia, estorsione, detenzione di armi e di droga, furto di bestiame e per l’omicidio di Giuseppe Billitteri, scomparso il 22 marzo 2012 per lupara bianca. A sparare, secondo i giudici, è stato Francesco Lo Cascio per il quale è stata confermata la condanna a 20 anni di carcere.
Confermate anche le condanne per due Carabinieri, Francesco Gallo e Giovanni Ramacca, accusati di abuso d’ufficio. Entrambi avrebbero omesso una multa nei confronti di Giuseppe Lucido Libranti, presunto boss di Pioppo, assolto per l’omicidio Billitteri. Nell’inchiesta era stato arrestato per estorsione e concussione anche l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, poi assolto da tutte le accuse.