Le mani dell’ex big di Messina nella Metropolitana di Milano. C’è anche questo nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura milanese nei confronti di Carlo Borella, ex presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) peloritana, accusato assieme ad altre 25 persone del fallimento della Else spa. Il nome della società era già emerso nel processo che vede tuttora imputato l’imprenditore messinese per il crack della Demoter, la holding pigliatutto operativa in lavori edili e stradali che – secondo gli inquirenti – sarebbe stato pilotato a tavolino. Da questo spacchettamento sarebbe partorita la Else spa, società con sede a Milano, operativa nei lavori della galleria autostradale “Cattolica” a Pesaro e il subappalto per la Metropolitana di Milano.
L’indagine della Procura di Milano, coordinata dal pm Bruna Albertini, è stata eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano che ha accertato la sottrazione di circa 11 milioni di euro. Nella faccenda sono coinvolti anche l’avvocato Andrea Lo Castro, recentemente sospeso dal Consiglio Nazionale Forense per la “trattazione indebita di alcuni assegni”, e Biagio Grasso, direttore generale ella Else spa. Gli episodi contestati riguardano il triennio 2010-2013 e scaturiscono dall’operazione “Buco Nero” del settembre 2014. Per Borella e gli altri 25 l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta e di altri reati collaterali quali il riciclaggio, false fatturazioni e turbativa d’asta,