Dieci avvisi di garanzia per la frana che il 5 ottobre dello scorso anno colpì Letojanni, nel messinese. Tra loro anche il sindaco Alessandro Costa. E’ questo il cuore dell’operazione “Cas”, sul dissesto che rovesciò sull’A18 Messina-Catania 3000 metri cubi di materiale ferroso nei pressi della cittadina del messinese. I provvedimenti emessi dalla Procura di Messina sono stati notificati dai carabinieri del comando Provinciale di Messina e del Nucleo Operativo Ecologico di Catania tra la provincia messinese, Misterbianco (Catania) e Venezia.
Indagato anche il capo tecnico del Comune ionico, responsabili del mancato controllo sullo smaltimento di acque bianche dei complessi edilizi nonostante ci fossero prescrizioni del Pai. L’operazione era prevista dal progetto di messa in sicurezza di contrada Sillemi, area che si trova sopra la collina, ma non sarebbe stato effettuato.
Secondo l’accusa, sei amministratori e proprietari di un complesso alberghiero, anche loro indagati, non avevano eseguito i lavori di regimentazione delle acque bianche sversate illecitamente nel pendio prospicente il tratto autostradale che avrebbe provocato il movimento franoso. Il complesso alberghiero e le abitazioni sono state sequestrate. Indagati anche 2 dirigenti del Consorzio autostrade siciliane perchè hanno omesso di predisporre interventi idonei a preservare la sicurezza dell’autostrada. Lo smottamento sarebbe stato causato perché nonostante nell’area esistessero appunto prescrizioni del Pai perché zona R4 non era stato effettuato alcun controllo. La situazione è stata aggravata dal fatto che il territorio sulla sommità della collina era stato oggetto negli anni 70 e 90 di uno sbancamento per insediamenti urbanistici in un pendio del 75%. Il Cas e la protezione civile vista la pericolosità della situazione valuteranno con i loro tecnici se chiudere completamente il tratto di autostrada attualmente interrotto solo nel punto della frana.