“Mio figlio è stato colpito sull’arcata sopraccigliare e sulla tempia sinistra, lo hanno stordito, strangolato e molte ore dopo appeso. Non abbiamo mai creduto che si sia tolto la vita. In quella casa non c’è la scena di un suicidio ma la messa in scena di un omicidio”. Sono le parole di Santina Biondo, la madre di Mario Biondo, il giovane cameraman palermitano trovato morto in circostanze inquietanti e mai chiarite, il 30 maggio 2013 in Spagna, nella casa che condivideva con la moglie, la showgirl iberica Raquel Sanchez Silva. I due si erano conosciuti nel 2011 in Honduras, durante le riprese del programma “Supervivientes”: il 22 giugno 2012, vennero celebrate, nella terra di Biondo, a Taormina, le nozze tra Mario e Raquel, con una perfetta cerimonia popolare nella quale si mischiavano invitati, paparazzi e turisti, non a caso definita dalla stampa europea il matrimonio dell’anno. La fine di Mario, all’età di 30 anni, è avvenuta 11 mesi dopo, trovato morto dalla sua domestica nel proprio appartamento in Spagna, a Calle Magdalena.
Per le autorità spagnola Biondo si è suicidato e il caso è stato così chiuso il 16 luglio 2013, ma a questa tesi la famiglia del cameraman non ha mai creduto. Le perizie presentate dai Biondo raccolgono fondati elementi in grado di provare che il giovane sarebbe stato tramortito e poi strangolato, infine impiccato con una pashmina di cotone fissata all’estremità della libreria del salotto di casa. “E’ un suicidio impossibile, immaginate una persona di 80 kg che prova a strattonare per soffocarsi con una pashmina di seta. E poi c’è un solco profondissimo al collo”. Quella di Santina non è la soltanto la forza della rabbia e l’ostinata convinzione di una madre disperata che cerca la verità sulla morte del figlio, perché dall’ottobre 2013 è entrata in scena anche la Procura di Palermo, che ancora adesso indaga sul caso Biondo con un fascicolo per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. A breve si attende la conclusione di questa fase di indagini e potrebbero essere formulate delle ipotesi di reato a carico di alcune persone.
Una relazione del perito ctp (consulente tecnico di parte) il prof. Maurizio Cusimano, attesta che: “1) la posizione del corpo, come da ritrovamento, è incompatibile con il volontario posizionamento nell’ambito di una dinamica suicidiaria; 2) le forze fisiche in gioco non avrebbero permesso lo stazionare della testa nella posizione come da ritrovamento; 3) le stesse forze fisiche non avrebbero lasciato intatti gli arredi e le suppellettili alle spalle del corpo del Biondo; 4) la regione tempiale sinistra del Biondo presenta lesioni compatibili, come dimostra uno degli oggetti presenti sulla scena (il posacenere); 5) il solco presente sul collo non è compatibile con l’agente lesivo individuato nella pashima”. La testa di Mario è stata ricostruita in 3D per effettuare delle misurazioni fotogrammetriche e dalla comparazione con un oggetto presente sulla scena tali misurazioni appaiono compatibili con un posacenere: le dimensioni sono “pressoché identiche”. Il consulente si è anche espresso “sulla possibilità che uno degli oggetti presenti sulla scena del crimine avesse potuto fungere da agente lesivo strangolante”, e alcuni cavi trovati in casi “hanno dimensioni totalmente compatibili col cavo utilizzato durante gli esperimenti in laboratorio” per i calchi della perizia.
La tesi sulla quale punta, dunque, senza alcuna esitazione, la famiglia Biondo è che Mario sarebbe stato brutalmente strangolato con un cavo elettrico, dopo aver subito un colpo forse infertogli con un oggetto, riconducibile ad un portacenere. Come avrebbe potuto, Mario o una qualsiasi altra persona, strangolarsi e poi subito dopo impiccarsi a una libreria? Sulla scena del crimine sarebbe stato quindi simulato un suicido per depistare le indagini. Questa tesi viene sostenuta da molteplici indizi e riscontri, sui quale si articolano le relazioni dei periti della famiglia Biondo e l’istanza presentata al Tribunale di Palermo dagli avvocati dei coniugi Santina e Pippo Biondo con la quale è stato richiesto che il caso rientri sotto la giurisdizione esclusiva dell’Italia. Mario nei suoi ultimi giorni aveva acquistato i biglietti d’aereo per tutta la sua famiglia, invitandola a trascorrere qualche giorno a casa sua in Spagna. Alla sorella Emanuela inviò il giorno prima di morire questo messaggio: “Non vedo l’ora che veniate, sarà una cosa super relax e una festa di mezzo”. La sua carriera professionale stava decollando, non aveva insomma alcun motivo per impiccarsi e allora cos’è successo quel 30 maggio 2013? Dietro la morte di Mario Biondo si nasconde forse un indicibile segreto?
Sul computer del cameraman sarebbe avvenuta per mano di qualcuno un’attività volta ad alterarlo, sospetto che emergerebbe da una consulenza tecnica disposta dalla Procura di Palermo. Il computer racconterebbe soprattutto di un rapporto non più idilliaco, negli ultimi tempi, tra Mario e la moglie. Ad alimentare dei sospetti anche l’atteggiamento della Sanchez Silva, che non si sarebbe mostrata collaborativa con gli inquirenti palermitani che l’hanno ascoltata. La donna ha sin dall’inizio rifiutato la pista dell’omicidio, sino a sostenere che il marito sarebbe morto, invece, per le conseguenze estreme di “un gioco auto-erotico”. La favola e la felicità del matrimonio, stando a quanto riferisce la famiglia Biondo, avrebbe lasciato ben presto spazio a delle tensioni tra Mario e Raquel. Lui, nel suo ultimo periodo di vita, sarebbe arrivato a dubitare della moglie, sino al punto di fare delle ricerche sul Web per rintracciare un presunto video a luci rosse riguardante Raquel. “Mario cercava video porno a nome Raquel Sanchez Silva – rivela la signora Santina -. Abbiamo le prove”. “Lei dopo il funerale è sparita, non ha risposto più alle nostre chiamate, si è allontanata e si è opposta alla riapertura del caso. Noi vogliamo capire cosa sia successo quella maledetta notte. In Spagna hanno chiuso subito le indagini senza fare nessun tipo di indagine, si sono affidati solo alla relazione medico-legale, nella quale è stato dimostrato che c’erano anche delle false dichiarazioni”.
La guerra fredda tra i Biondo e la Sanchez Silva è già arrivata alle vie legali, e nei mesi scorsi il Tribunale di Madrid ha addirittura inflitto ai familiari di Mario una condanna con obbligo di risarcire la vedova con 3 mila euro per danni morali e a pagare le spese legali, sino anche ad 8 giorni di arresti domiciliari. Il giudice ha ritenuto che la donna sia stata in alcuni commenti sul web vittima di diffamazione da parte di Pippo e Santina Biondo, e della figlia Emanuela. Le foto del ritrovamento del corpo, scattate dalla Polizia scientifica, la Procura di Palermo le ha richieste per due anni e mezzo, ma il giudice che ha chiuso il caso le ha sempre negate. I giudici italiani le hanno finalmente ottenute nel gennaio 2016, quando si sono recati a Madrid per la seconda rogatoria internazionale e le hanno avute direttamente dalla Polizia scientifica spagnola. “Noi abbiamo avuto le foto direttamente dalla Procura di Palermo“, spiegano i Biondo. “Le foto della scena del crimine, cristallizzate e documentate dalla Polizia scientifica, parlano chiaro, testimoniano che il posacenere che c’è nel salotto è pulito, fin troppo, c’è una sola lattina di bibita e acqua minerale. Mario è stato ammazzato e poi posizionato come un fantoccio. Vogliamo sapere chi c’era con lui quella notte”.
Raquel (che da parte sua respinge ogni accusa o sospetto nei suoi confronti), sempre secondo quanto fa sapere la madre di Mario, avrebbe detto agli inquirenti qualcosa di diverso e incongruente: In una dichiarazione spontanea rilasciata il 5 giugno 2013 alla Polizia, la “vedova” afferma che “fino al giorno precedente non era entrata nel suo domicilio, anche se sapeva da alcuni amici, a cui aveva chiesto di prenderle degli indumenti, che c’erano molte lattine di birra così come posacenere pieni di sigarette consumate“.
Ed eccolo l’affondo finale della madre di Mario all’indirizzo di Raquel: “A questo punto le conclusioni sono due, hanno mentito i tuoi amici o hai mentito tu Raquel Sanchez Silva? È chiaro dalle foto che mio figlio era comodamente sdraiato con le ciabatte lasciate lì accanto. Si notano sul divano: pc portatili, telecomando tv, l’accendino che gli aveva regalato Emanuela e che non lasciava mai. Sul tavolino del salotto il cellulare a portata di mano, il telecomando della consolle, un pacchetto di tabacco con accanto un altro accendino, una lattina e un posacenere troppo pulito. Mio figlio quando è stato ammazzato era tranquillamente adagiato sul divano e i suoi assassini lo hanno preso a tradimento. La posizione in cui è stato ritrovato, appeso in rigor mortis da ore, corrisponde esattamente alla posizione in cui è stato lasciato morto per diverse ore su quel maledetto divano. Tutto questo è stato dimostrato dai nostri periti con tanto di ricostruzione grafica e viene confermato da una nuova perizia di un esperto criminologo. Quante menzogne hanno detto su Mario, con quanta brutalità lo hanno ucciso e ne hanno occultato le prove dell’omicidio. Quanto male gli hanno fatto. Hanno spento il suo sorriso ma la sua anima vive e vivrà per sempre“. “Stiamo impegnando tutte le nostre forze e tanto denaro ma, costi quel che costi, arriveremo alla verità”, promette l’indomita mamma Santina, mentre la compagna dell’altro suo figlio, Andrea, ha appena dato alla luce martedì scorso un bellissimo bambino. Quel bimbo di 3,2 kg si chiama Mario Biondo e avrà lassù un angelo custode a proteggerlo. Un angelo che adesso più che mai aspetta sia fatta giustizia.