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Caso Biondo, la madre: “Fango dalla vedova ma noi vogliamo giustizia”

lunedì 18 Novembre 2019
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Mario Biondo e la madre Santina

“Stiamo vivendo ogni giorno il dolore straziante dell’assenza di Mario con la lucida consapevolezza di quello che gli hanno fatto. In questi lunghi anni abbiamo lottato e continueremo a farlo affinché il suo omicidio non rimanga impunito. Con l’aiuto dei nostri periti, avvocati e amici che ci sostengono, abbatteremo ogni muro che si innalza e sta cercando di impedire che giustizia sia fatta”. Lo afferma la madre di Mario Biondo, che non intende rassegnarsi all’esito della terza autopsia eseguita che ha riproposto la tesi del suicidio sulla tragica fine del giovane cameraman palermitano trovato morto il 30 maggio 2013 in Spagna, nell’appartamento della moglie Raquel Sanchez Silva a Calle de La Magdalena.

“Le foto del ritrovamento di Mario parlano chiaro e dicono completamente altro – ha evidenziato la madre, Santina Biondo -: i piedi sono scivolati, le gambe completamente stese, le braccia in avanti e soprattutto il nodo molto alto che conferma come dopo aver perso i sensi Mario sarebbe dovuto cadere a terra e invece così non è. Di cosa stiamo parlando? Quindi non c’è alcun dubbio sul fatto che sia omicidio. Non c’è alcun movente per il suicidio. La sera prima chatta felice con la sorella, aveva già trovato i biglietti per l’arrivo dei genitori a Madrid a luglio, e quella sera stessa aveva fatto revisionare la moto pagando 850 euro. Noi non siamo dei pazzi. Chi ha intenzione di suicidarsi non si premura di fare queste cose. Il suicidio è come l’omicidio, va dimostrato e in questi anni nessuno ha dimostrato che Mario si sia tolto la vita”.

Smentita anche la pista della infertilità, perchè il 16 maggio, due settimane cioè prima della morte, Mario era stato con la moglie in una clinica per l’inseminazione artificiale, a quanto risulta già fissata poi per il 5 giugno.

“Mario non era stanco di vivere e aveva sempre una soluzione a ogni problema”, rimarca Santina Biondo: “E’ stato ammazzato da persone che erano vicine a lui. Non ha mai avuto nemici, aveva scoperto qualcosa di grave che poteva rovinare la vita di qualche personaggio e qualcuno ha agito ponendo in atto un finto suicidio.

Poi l’appello finale a chi sta indagando: “Spero che i giudici possano valutare tutti gli elementi, quindi considerando non soltanto alcune inaccettabili considerazioni emerse in questa terza autopsia, ma anche tutte le investigazioni e gli interrogatori effettuati in Spagna. La moglie nella prima rogatoria ha detto delle cose non accettabili, non congruenti e non vere. Nella seconda rogatoria la stessa diceva poi più volte “non ricordo”, preoccupandosi soltanto della sua reputazione perché erano emerse delle cose sulla sua vita. Lei ha pensato soltanto alla sua immagine, a se stessa e non è stata mai dalla nostra parte. Non è mai stata dalla nostra parte per arrivare alla verità, anzi si è adoperata per bloccarci. Abbiamo chiesto per due volte che venisse riaperta l’indagine in Spagna ma lei si è opposta. Sin dall’inizio ha gettato fango su mio figlio, dicendo che era un “drogato”. Noi non ci fermiamo e che sia chiaro che, non è perché “siamo siciliani e senza soldi”, come ha detto la vedova, noi non ci arrendiamo. Chiederemo aiuto ai nostri amici e siamo pronti a sostenere altre spese. Mario merita giustizia”.

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