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Cimitero di mafia? Scavi bloccati a Roccamena, reperti inviati al Ris di Messina

mercoledì 7 Dicembre 2016
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Non bastano i frammenti ossei, per risalire al dna dei resti umani trovati nell’area di contrada Casalotto, a Roccamena (Palermo), serviranno i denti trovati nell’anfratto. I nuovi reperti sono stati mandati ai Ris di Messina per le analisi e le comparazioni con i familiari di gente scomparsa in quella zona tra venti e trent’anni fa. A ottobre furono trovati i resti di sette corpi, in quello che ha tutta l’aria di essere un cimitero di mafia dove potrebbero essere state “fatte sparire” altre persone. Per proseguire gli scavi, però, bisogna attendere i riscontri disposti dai pm Siro De Flammineis e Sergio Demontis che indagano sulla vicenda.

carabinieri-ricercheIl recupero dei corpi dalla caverna naturale dove erano stati gettati sette cadaveri è stato effettuato dai vigili del fuoco del Saf. Uno sarebbe di una donna. Sette teschi, sei scarpe di modello diverso e, soprattutto, dei bossoli di fucile. Un ritrovamento, quest’ultimo, che spinge gli investigatori a ritenere che in fondo alla caverna di Roccamena ci siano cadaveri di morti ammazzati. Ci si troverebbe davvero di di fronte a un cimitero, non si sa ancora se di mafia, ma i misteri non sono stati ancora chiariti. Al momento le operazioni di recupero dei resti umani in contrada Casalotto sono terminate, ma potrebbero riprendere presto. Innanzitutto, bisogna datare le ossa. La prima impressione, analizzando scarpe e resti di indumenti, è che risalgano alla fine degli anni Settanta. Non si tratterebbe, dunque, di una foiba risalente a una delle due guerre mondiali. Una datazione precisa potrebbe circoscrivere l’eventuale comparazione genetica con i parenti delle persone scomparse. Risposte sulla collocazione temporale dei decessi potranno arrivare anche dall’analisi dei bossoli. Sono quelli tipici dei fucili da caccia.

Nella zona nel 1981 è scomparso Giuseppe Branda, di Roccamena, mai più ritrovato. La sua morte presunta è stata dichiarata nel 1990. Branda, che lavorava alla costruzione della diga Garcia, era sospettato di far parte di una banda di ladri di bestiame. Venne fermato mentre era in auto con un altro operaio e sequestrato da un gruppo di persone vestite da carabinieri. Ma di lui non si sono più avute notizie. Gli inquirenti cercheranno di capire se tra i corpi ritrovati c’è anche il suo. Tra i resti ritrovati anche una scarpa femminile rossa. L’unica donna sparita nella zona è Antonina Altamore, scomparsa nel nulla nel 1975.

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