I dintorni di Kiev sono nuovamente sotto attacco. La Capitale pensava che il periodo più complicato di questi cinquanta giorni di guerra fosse ormai alle spalle ma stamattina si è risvegliata ancora una volta sotto il fuoco.
La metropoli ucraina è stata colpita da alcuni raid che nella notte hanno avuto come bersaglio una fabbrica di munizioni. I missili, secondo Mosca, sarebbero la risposta agli “atti terroristici” contro il territorio russo, che ieri hanno preso di mira Bryansk, una decina di chilometri al di là del confine, ma sui quali le informazioni sono contraddittorie. Il Cremlino ha addossato immediatamente le responsabilità agli elicotteri di Kiev ma dall’apparato militare ucraino non sono arrivate conferme. Nell’attacco di oggi nei sobborghi della Capitale l’industria di armi sarebbe andata distrutta. Un colpo pesante per il morale degli abitanti della più grande città del Paese, che in massa, nelle scorse settimane, avevano cercato rifugio verso ovest e che in questi giorni si preparavano a rientrare, dopo che Mosca aveva pubblicamente annunciato il ritiro delle proprie truppe dalla periferia nord per concentrarle a est e sferrare l’offensiva finale in Donbass.