È in corso un’indagine della Procura circa i cosiddetti defunti abusivi. Con una nota il Comune di Palermo sottolinea che ”È utile chiarire che i fatti erano noti all’Amministrazione, in quanto già nel mese di marzo gli Uffici competenti ne avevano riferito alla Procura, fatto che per altro ha reso obbligatoria la necessaria riservatezza per rispetto delle procedure d’indagine in corso”.
Nota che continua commentando le notizie di questa mattina relative alle incisioni con i nomi di estranei che due fratelli hanno trovato sulla tomba della nonna ai Rotoli. “Le notizie sono riferibili a dichiarazioni rilasciate all’avvocato delle parti in causa e contengono per altro una grave inesattezza, in quanto non vi è alcun caso di “salme sparite” ma semplicemente vi sono otto (e non 10) salme che risultano regolarmente nel sepolcro, ancorché riunite in cassetta ossario. Quanto avvenuto è che nel 2007 un soggetto privato ha millantato parentela con il concessionario fondatore del sepolcro ed ha quindi potuto godere (illegittimamente) del diritto di sepoltura – e conclude – a seguito delle verifiche eseguite dagli Uffici, è stata verificata la contraffazione di una firma e pertanto si è proceduto alla traslazione della salma illegittimamente tumulata, presso altra sede”.
Sulla tomba della nonna infatti i due fratelli hanno trovato incisi i nomi di due sconosciuti, un uomo e una donna. Siamo al cimitero di Santa Maria dei Rotoli. Secondo Antonino Soresi, l’avvocato dei due fratelli, “Sembra che la sepoltura sia stata aperta senza autorizzazione“. Lo scorso luglio l’impiegato di un’agenzia funebre si era presentato a casa di uno dei due fratelli, a Bagheria, per fargli firmare alcuni “documenti urgenti”, una liberatoria per consentire la tumulazione di un pensionato morto nel 2014, “millantando – dice l’avvocato – una parentela con il reale titolare della concessione“. Nello stesso camposanto sarebbero stati segnalati altri casi di sepolture abusive.
Il figlio erede del fondatore del sepolcro ha ricevuto autorizzazione a lavori di manutenzione nel 2015 (prima della scoperta della contraffazione della firma) e, quanto alla lamentela della mancata preventiva informazione ai legittimi discendenti, il Comune di Palermo ribadisce che gli Uffici sono stati tenuti ai doveri di riservatezza imposti dalle attività di indagine in corso, ma che il legale di parte è stato informato (a richiesta) su ogni aspetto della vicenda e nello specifico dell’attenzione con cui gli Uffici hanno seguito la vicenda.