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L’anno giudiziario. Dalla Trattativa al Borsellino quater e i presunti scafisti

mercoledì 4 Gennaio 2017

Il 2017 sarà un anno intenso a Palermo, dal punto di vista giudiziario. Mentre si attende la fissazione dell’udienza in Cassazione per il generale del Ros, Mario Mori, assolto in primo grado e in Appello dall’accusa di favoreggiamento, prosegue il processo sulla trattativa Sato-mafia. Tra i testimoni ci potrebbe essere anche il presidente della Repubblica in carica, Sergio Mattarella. Il suo nome compare nella lista 175614316-82cf99f3-a5f5-4d09-9d93-d693c41120a6dei testimoni presentata dai difensori di Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno ed ex presidente del Senato, che è imputato di falsa testimonianza. Sergio Mattarella, al tempo in cui Mancino fu nominato ministro dell’Interno, era vicesegretario della Dc e potrebbe quindi smentire, da testimone, la tesi sostenuta dall’accusa secondo la quale l’avvicendamento al Viminale tra Mancino e Vincenzo Scotti non scattò per ragioni “strettamente politiche” ma per assecondare l’ipotesi di un alleggerimento del regime carcerario previsto 41 bis e mantenere così l’impegno preso con i boss. Intanto, è entrato nel processo un altro “pezzo” di Quirinale. Sono depositate agli atti infatti le agende di Carlo Azeglio Ciampi, finora custodite presso l’archivio storico del Colle, relative al ’93 e al ’94, anni in cui Ciampi era presidente del Consiglio. Sono stati acquisite, come chiesto dall’accusa, solo le parti dei diari in cui si parla delle carceri, del 41 bis, del cambio ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e delle stragi mafiose, temi, per i pm, centrali per l’oggetto del processo.

A Caltanissetta si attende la sentenza del Borsellino quater. Il procuratore Amedeo Bertone ha chiesto la condanna all’ergastolo per i mafiosi Salvo Madonia e Vittorio Tutino, in quanto ritenuti responsabili della strage di via D’Amelio e ha sollecitato 8 anni e 6 mesi per Vincenzo Scarantino e 14 anni ciascuno per Francesco Andriotta e Calogero Pulci, i tre falsi pentiti accusati di calunnia per le false dichiarazioni rese durante le prime indagini sull’attentato del 19 luglio ’92 in cui morirono Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
glauco-2Sul fronte della lotta all’immigrazione clandestina, tra poche settimane potrebbe essere emessa la sentenza per 16 presunti componenti di una delle principali reti criminali che gestiscono la tratta di migranti tra l’Africa e le coste italiane. Gli imputati, arrestati nell’ambito dell’operazione Glauco 2, sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di avere fatto entrare illegalmente in Italia centinaia di extracomunitari in cambio di somme che andavano dai 1500 ai 2000 dollari ciascuno e di avere consentito ai migranti giunti nel Paese di spostarsi e trasferirsi nel nord Europa. Le pene più elevate, 14 anni, sono state chieste per due dei capi della banda: Ashgedom Ghermay e Yonas Gebititoys. L’inchiesta, nata dopo il naufragio di un barcone davanti alle coste di Lampedusa ad ottobre del 2013, ha già portato a una serie di condanne.  La prima fu emessa  a febbraio scorso per sei africani accusati di traffico di essere umani: si trattava della prima sentenza italiana che riconosce l’esistenza di un’organizzazione che gestiva il traffico dei migranti. Secondo l’accusa, gli imputati condannati erano la cellula dell’organizzazione che gestiva la permanenza in Italia dei migranti giunti dalla Libia e il loro trasferimento eventuale in altri Paesi europei. I superstiti del naufragio raccontarono i loro viaggi e diedero agli investigatori gli elementi per risalire ai capi e ai gregari della banda di trafficanti.

Altre 14 persone invece rischiano l’ergastolo per aver – secondo l’accusa – gettato in mare 12 persone che viaggiavano su un gommone carico di migranti che dalla Libia stava raggiungendo le coste siciliane durante una lite tra musulmani e cristiani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di passeggeri, di nazionalità ivoriana, senegalese, maliana e della Guinea Bissau. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all’azione gettando in acqua dodici tra nigeriani e ghanesi.

2560-680x408Continua la battaglia tra accusa e difesa nel processo al presunto trafficante di esseri umani Mered Medhanye Yedego, imputato davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo. La schermaglia tra i pm, Gery Ferrara e Claudio Camilleri e l’avvocato Michele Calantropo, non è sulle imputazioni dell’accusato, ma sulla sua identità. La difesa del cittadino eritreo accusato di essere uno dei capi delle organizzazioni internazionali di traffico dei migranti, ha depositato ii documenti della Procura di Roma che indaga su Mered Medhanye Yedego. Per la difesa quello arrestato è  un profugo di 29 anni che risponde al nome di Medhanie Tesfamariam Berhe e l’indagine romana lo dimostrerebbe. Nella prossima udienza del 10 gennaio il Tribunale deciderà se acquisire i documenti. Nell’inchiesta infatti un altro straniero, indagato di reato connesso, nel 2015 decise di collaborare con gli inquirenti parlando prima con la Capitaneria di porto e poi con i pm. L’indagato, che dice di avere conosciuto di persona il vero Mered Medhanye Yedego, lo ha riconosciuto con certezza in foto. Calantropo ha ribadito la differenza tra l’uomo nella foto e quello arrestato chiedendo l’acquisizione dei documenti, a cui si è opposta la Procura.

170946715-c78c6e05-b12c-49d5-b528-ffe7cffb1414Prosegue davanti alla terza sezione del Tribunale il processo a chirurgo plastico Matteo Tutino. Tra i possibili testimoni ci sono il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, ma anche il governatore Rosario Crocetta e il sindaco Leoluca Orlando. Tutino è imputato per concorso in truffa aggravata e abuso d’ufficio. Non potranno però essere sentiti tutti i 154 che il difensore di Tutino, Carlo Taormina, ha chiamato. Il presidente della terza sezione ha deciso che ne sentirà quattro per ogni episodio contestato a ogni imputato. Secondo i carabinieri del Nas e il pm Luca Battinieri, Tutino avrebbe eseguito nella struttura pubblica, spacciandoli per “funzionali” e quindi mettendoli a carico del Servizio sanitario Nazionale, interventi estetici.

A fine 2017 dovrebbe essere emesse anche la sentenza del troncone in ordinario del processo scaturito dagli arresti eseguiti fra il luglio 2014 e il febbraio 2015 con il maxi blitz Apocalisse che rase al suo i clan di Tommaso Natale-San Lorenzo e Resuttana. Boss e gregari chiamati a raccolta da Girolamo Biondino, fratello di Salvatore, l’autista di Totò Riina, scarcerato pochi mesi prima. Si aprirà a marzo il processo per corruzione elettorale a Nino Dina, deputato del gruppo misto all’Ars (ai tempi nell’Udc) e l’ex deputato di Grande Sud Franco Mineo. Al centro dell’inchiesta il candidato alle elezioni comunali nel 2012, anche lui a processo, Giuseppe Bevilacqua. L’elezione sfuggì per un pugno di voti e così avrebbe cercato di sfruttare questo “tesoretto” per ottenere favori da altri politici.

 

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