L’Italia ha ricominciato a tremare. Terra sismica, con il più alto tasso di terremoti in Europa, che vede ciclicamente il presentarsi di tragedie e paure, questa volta in presenza di slavine e valanghe di neve che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. E in Sicilia? Sicuramente la terra sicula è una tra le zone a maggior rischio sismico. Le scosse telluriche registrate in Sicilia durante il 2016 sono state 312. Il dato è riferito alle scosse di magnitudo superiore a 1.9: le scosse sono continue, perenni, ma la maggior parte non percepibili.
La provincia di Messina è la maggiormente colpita, essendo la zona a maggior rischio di tutta l’Isola, con ben 154 scosse. La scossa più potente del 2016 di tutta la Regione si è verificata venerdì 28 ottobre proprio nella provincia peloritana: una scossa di magnitudo 5.7 registrata nel bacino del Marsili, dove si trova il più esteso vulcano d’Europa – sottomarino – localizzato nel Tirreno meridionale tra Sicilia e Calabria. Il Mar Tirreno si è reso protagonista anche nel primo giorno dello scorso anno con una scossa di magnitudo 2.4, nella parte meridionale.
La provincia di Catania è la seconda siciliana colpita, anche se ha subito più di cento scosse in meno della provincia limitrofa; nella provincia di Trapani sono state avvertite 33 scosse, 16 in quella di Siracusa, 14 nel palermitano e altrettante in provincia di Caltanissetta, 11 nel ragusano e 9 scosse sia in provincia di Agrigento che in quella di Enna.
Da 21 al 25 maggio Catania e l’Etna sono stati soggetti a una serie di giornate eruttive con visibili esplosioni e fontane di lava; all’alba del secondo giorno, invece, è cominciata una prorompente attività dal cratere Voragine e il cielo catanese si è coperto e non è mancata la caratteristica pioggia di cenere. Mercoledì 25 maggio l’Etna ha dato vita all’ultima attività registrando un’attività eruttiva dal cratere centrale con i valori compresi tra medio e medio-alto.
Dall’inizio di aprile 2016, gli studiosi hanno registrato “una graduale ripresa dell’attività eruttiva nella parte più alta del vulcano che si è manifestata con un aumento dell’emissione di gas soprattutto dal cratere di Nord-Est e dalla bocca che si è aperta il 25 novembre 2015 sull’alto fianco orientale del nuovo cratere di Sud-Est“.
Giovedì 10 novembre quattro scosse di terremoto di magnitudo 2.8, 3.1, 2.6 e 2.0 sono state registrate alle 18,53, 19,05, 20,44 e alle 22,28, nella zona di Calatafimi in provincia di Trapani.
Intanto una lieve scossa si è verificata lo scorso 17 Gennaio, e qui siamo nel 2017. Nessun danno a persone o cose; il terremoto, secondo le rilevazioni dell’INGV, è stato di magnitudo 3.4, ed ha interessato l’area dei Nebrodi. L’epicentro è stato nel paesino di Longi ed il terremoto ha avuto un’eco che va dai 20 ai 30 chilometri.