Il de profundis di Messinambiente, travolta e affondata da un debito di quasi 30 milioni di euro verso Riscossione Sicilia, è praticamente un dato di fatto ma l’imminente fallimento della società di nettezza urbana, non sembra preoccupare i consiglieri di Palazzo Zanca. La prossima seduta consiliare, a questo punto, non potrà essere riconvocata prima di 5 giorni e si arriva in questo modo all’appuntamento cruciale con la mozione di sfiducia, con dibattito che inizierà il 13 febbraio e voto che dovrebbe avvenire nella seduta del 15 febbraio alle ore 18. A mediare sino a questo punto e ad arginare la rabbia, comprensibile, dei lavoratori, sono stati i sindacati ma la misura pare colma. Il destino dei addetti ai lavori è sempre più incerto e il fallimento incombente di MessinAmbiente è una “spada di Damocle” ineludibile che si approssima all’orizzonte. Per questo gli oltre 550 lavoratori di MessinAmbiente da stamattina saranno in stato di mobilitazione permanente. Ma il problema non è, evidentemente, la protesta dei dipendenti e nemmeno gli ulteriori disagi, ben prevedibili, che potranno determinarsi nei prossimi giorni in un settore già martoriato come quello della nettezza urbana.
Il vero problema pare l’eterno non decidere della politica messinese che antepone le logiche della partita a scacchi sulla sfiducia all’emergenza immediata della raccolta rifiuti e alle istanze dei lavoratori che chiedono certezze per il loro futuro e per le proprie famiglie. La luce in fondo al tunnel rimane un miraggio. Il coraggio di una scelta per la collettività non può rimanere chiuso in un cassetto per dare priorità all’opportunità individualistica di una scelta politica finalizzata ad equilibri di palazzo. Per adesso l’unico effetto è il dissenso dei lavoratori di MessinAmbiente, che fanno sapere: “Ogni pazienza ha un limite”. Le segreterie dei sindacati Fp Cigl, Fit Cisl e Uiltrasporti preannunciano lotta serrata: “Non sono più accettabili i continui rinvii delle sedute di Consiglio comunale per non decidere. Il non fare è uno stillicidio che aumenta la tensione tra i lavoratori mentre l’immondizia impera nelle strade. Questo stillicidio sta esasperando i lavoratori, i quali hanno deciso di presidiare. Nelle prossime ore decideremo le iniziative di protesta da mettere in campo a tutela dei lavoratori e del servizio da rendere ai cittadini”. Il punto di non ritorno è stato, insomma, raggiunto. Il Consiglio comunale di Messina riuscirà a comprenderlo?