Buone notizie per il “Raddoppio del passante ferroviario di Palermo”, maxi appalto da 1,2 miliardi di euro completo all’80%. Dopo l’ok della Regione alla variante per demolire i 5 edifici pericolanti di vicolo Bernava, ieri si è sciolto un altro importante nodo: lo stop alla talpa“Marisol” deciso dall’Agenzia regionale per la protezione ambiente (Arpa).
All’impresa Sis venivano contestate delle prescrizioni ambientali sulle “le rocce da scavo e lo smaltimento sulle cave Troìa e Impisu, situate nei pressi dello svincolo di Sferracavallo”. In pratica, veniva chiesta un’integrazione sul “monitoraggio delle terre potenzialmente inquinanti”.
Ieri Sis e Italferr sono state ascoltate dall’Arpa e, come previsto da Rfi, il problema è stato risolto agevolmente: «Abbiamo trovato un accordo – spiegano dall’Arpa – come prevedibile, rivedendo alcune posizioni. A metà marzo faremo un provvedimento definitivo con Italferr e Sis in cui specifichiamo meglio la questione del monitoraggio delle rocce da scavo, il trattamento dei materiali tirati fuori dalla galleria “Notarbartolo-Belgio”, e i tempi d’attesa per le risultanza analitiche su tossicità e principi attivi potenzialmente dannosi o inquinanti».
“La Sis – aggiungono dall’Agenzia regionale per l’ambiente – deve pertanto ottemperare a prescrizioni non eccessivamente stringenti, previste dall’art. 184 del decreto legislativo 152/2006. E non alle nuove prescrizioni normative (D.M. 161/2012)”. Questo perché il progetto e il monitoraggio ambientale era già stato presentato dall’impresa a suo tempo, prima della nuova normativa.
Soddisfazione è stata espressa dai vertici di Rfi, che si lasciano andare ad una previsione: «È una buona notizia. Entro un mese circa potremo iniziare lo scavo con la talpa Tbm “Marisol”». Il tratto da scavare per la precisione è lungo 1.978,50 metri, il volume geometrico totale del materiale scavato sarà di 140.000 metri-cubi, il tempo di scavo stimato è di 10 mesi con un avanzamento medio presunto di 6,6 metri al giorno.
Più complessa, invece, è la situazione per un altro maxi appalto ferroviario: il raddoppio “Cefalù Ogliastrillo- Castelbuono” (sulla linea Palermo-Messina) vinto dal colosso italiano “Toto Costruzioni” nel 2014 e ancora sul binario morto, fermo ai nastri di partenza.
La Toto infatti «dovrà tenere conto della nuova normativa più stringente in tema ambientale», rivela l’Arpa.
Nel complesso, si interviene su un tratto di circa 12,3 km, sul quale verrà realizzata una variante in doppio binario da 323 milioni di euro, con lo scavo di 3 gallerie: Cefalù, Sant’Ambrogio e Malpertugio. La “Cefalù”, lunga 6.700 m a doppio tunnel, che sarà realizzata con scavo meccanizzato grazie a due TBM del diametro di 9,90 m ciascuna, impiegate simultaneamente. La galleria “Sant’Ambrogio” (4.300 m) e la “Malpertugio” (135 m), saranno realizzate con metodo tradizionale.