“Per gli appartenenti al cerchio magico di Crocetta sono un obbiettivo da abbattere”. Va dritto al punto il leader della destra siciliana, Nello Musumeci, accusato di essere uno dei tre deputati all’Ars ad aver giovato dei favori di nove dipendenti di Riscossione Sicilia. “La verità è che Riscossione Sicilia è solo uno strumento per arrivare a me, ma non ci riusciranno. Ho capito da molti mesi di essere stato messo nel mirino e di essere un obiettivo da abbattere per quanti appartengono al cerchio magico di Crocetta, quel blocco di potere che vuole sopravvivere anche dopo le elezioni di ottobre”, ha aggiunto Musumeci durante una conferenza stampa, sottolineando di avere “chiesto al presidente Ardizzone di consentirmi un intervento alla prima seduta d’aula. Sarà quella la sede in cui esprimerò le mie valutazioni, davanti a tutti i gruppi parlamentari”.
L’inchiesta condotta dalla Procura di Catania, è coordinata dal Procuratore capo Carmelo Zuccaro e dal sostituto Fabio Regolo e riguarda il reato di abuso d’ufficio in concorso e continuato, ipotizzando un danno erariale di quasi di 390 mila euro. L’indagine è partita da esposti presentati dall’attuale amministratore unico di Riscossione Sicilia, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che più volte ha denunciato, anche pubblicamente, presunte “agevolazioni illegittime” da parte di personale della società nei confronti di politici debitori col Fisco. Oltre a Musumeci anche i deputati D’Asero e Nicotra avrebbero ottenuto dei vantaggi dagli indagati.
“Sono contribuente di Riscossione Sicilia dal 2009, da quando ho chiesto, da contribuente come tutti gli altri, tre rateizzazioni finora accolte; due sono state interamente pagate, con oneri di mora, agio e interessi. Si tratta in larghissima parte di manifesti elettorali e altre spese, e continuo a pagare senza alcun favoritismo. Ecco perché questa vicenda mi lascia tanta amarezza, ma anche la voglia di dire a tutti che Nello Musumeci è un cittadino come tutti gli altri e nessuno mi ha mai cancellato un solo euro di tasse”.