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In vigore l’indicazione di origine del latte. In Sicilia 9.151 produttori

giovedì 20 Aprile 2017

Sugli scaffali dei supermercati non ci saranno più mozzarelle e formaggi realizzati con latte spacciato per italiano. E’, infatti, entrato in vigore il regolamento europeo del 2011 che prevede l’obbligo di indicare l’origine della materia prima per i prodotti lattiero caseari. Questa informazione contribuisce a fare chiarezza sull’identità del prodotto. Secondo la legislazione italiana ed europea, infatti, basta semplicemente imbottigliare o lavorare in Italia il latte proveniente da qualsiasi parte del mondo per poter scrivere sulla confezione Made in Italy. Uno stratagemma che spesso trae in inganno i consumatori convinti di acquistare un prodotto totalmente nostrano.

Ad essere tutelati saranno anche gli allevatori che potranno far valere l’italianità del loro latte. E’ questo un settore che negli ultimi anni ha subito la concorrenza sleale di altri Paesi dove le regole sulla qualità del processo di produzione sono molto meno stringenti. Una differenza che rende la materia prima estera molto più competitiva dal punto di vista economico. Basti pensare che, secondo la Coldiretti, il 50% circa delle mozzarelle in commercio in Italia sono prodotte con cagliate non italiane e 3 buste di latte su 4 contengono latte straniero, senza che di questo vi sia alcuna traccia in etichetta.

Il provvedimento, quindi, rende giustizia ai produttori. In Sicilia sono 9.151 le aziende zootecniche e 336 mila vacche da latte. Le razze più numerose sono frisona, pezzata rossa, limousine, modicana e cinisara. Ragusa con 76 mila capi è la provincia con la più alta concentrazione di animali. D’altronde è questa la provincia nella quale hanno sede i più grandi stabilimenti lattiero caseari della regione. Quella, invece, con il più alto numero di aziende è la provincia di Palermo, con 2.156 imprese dislocate soprattutto tra Cinisi, Corleone e Piana degli Albanesi.

“Si conclude positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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