Con la vendita all’asta si riscrive anche la storia del celebre ritratto di Franca Florio, dipinto a più riprese da Giovanni Boldini. L’icona della Belle Époque è finita all’asta in seguito al fallimento della società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone che ne era proprietaria.
Il quadro, sul quale sono stati compiuti nuovi studi e ricerche, è l’unico realizzato da Boldini con donna Franca come soggetto: nei libri di storia dell’arte si legge di due o tre versioni diverse ma in realtà si tratta sempre della stessa tela iniziata nel 1901, esposta alla Biennale di Venezia nel 1903 e corretta da Boldini intorno al 1910 cambiando il grande vestito tradizionale indossato dalla nobildonna con uno alla moda negli anni Dieci del Novecento.
Il direttore del dipartimento di dipinti e disegni della casa d’aste Bonino, Matteo Smolizza, spiega: “Quando ci è stata consegnata l’opera dalla procedura giudiziaria ci siamo accorti che sotto la pittura visibile si leggeva un altro dipinto: quello realizzato da Boldini nel 1901 e presentato alla Biennale di Venezia nel 1903 in cui donna Franca indossa un vestito nero con una ricca gonna: il riscontro tra le immagini dell’epoca e l’opera attualmente esposta al Vittoriano ha reso evidente l’identità nella parte superiore del dipinto che peraltro presenta un solo livello di colore mentre la parte centrale e bassa mostra la sovrapposizione di molti livelli di nuova pittura”.
L’osservazione è stata confermata dalle analisi svolte dal laboratorio tecnico scientifico dell’Università La Sapienza e dal ritrovamento nel retro dell’opera della etichetta di partecipazione alla Biennale del 1903 e negli archivi Florio di una fotografia che ha permesso di verificare la perfetta identità delle opere.
Viene così meno la leggenda un po’ romantica di un rifiuto dell’opera da parte di Ignazio Florio per la posa poco decorosa della moglie, che invece appare conforme all’etichetta nelle foto che testimoniano lo stato iniziale del dipinto. Viene meno anche la tesi, ancora più improbabile, che i Rothschild ai quali il dipinto venne ceduto avessero posseduto due versioni dell’opera con lo stesso soggetto, decidendo di mostrare e concedere la pubblicazione dell’una ma non dell’altra. L’unica tela mai esistita, ribadisce la Bonino, è quella oggi all’asta: è stata ceduta da Boldini ai collezionisti nel 1924, con la documentazione dell’archivio del pittore, unico proprietario fin dal 1901, incluso il materiale relativo all’esposizione alla Biennale nel 1903.
L’annuncio dell’asta ha provocato una mobilitazione di esperti e cultori perché l’opera ritorni a Palermo. Ma, a pochi giorni dal termine per la presentazione delle offerte, solo l’intervento di un collezionista può evitare che il quadro prenda un’altra strada. L’opera ha già ricevuto l’offerta a base d’asta, pari a 750 mila euro, e sarà assegnata il 30 aprile: ogni potenziale acquirente interessato a partecipare all’asta deve registrarsi presso la casa d’aste entro il 28 aprile e fare un’offerta entro il 29 aprile.