“Caro Marziano, oggi ti voglio parlare del paese in cui vivo, l’Italia. Tutti dicono che è un paese bellissimo e anche io lo penso anche se so che ha un sacco di difetti; quasi tutti questi difetti riesco a sopportarli però, caro Marziano, ce ne è uno che non perdonerò mai..”
A scrivere questa lettera con parole e immagini è Pierfrancesco Diliberto, più conosciuto come Pif che, dal lunedì al venerdì alle 20.35 su Raitre, propone nel programma “Caro Marziano“, in forma di vere e proprie capsule del tempo.
Una serie di informazioni, oggetti e accadimenti, raccolti e preservati in vista di un eventuale incontro con una civiltà aliena.
L’interlocutore scelto è un marziano appunto che, in teoria, non dovrebbe conoscere il pianeta Terra. A lui sono rivolti i trentotto brevi reportage, ciascuno di dodici minuti, realizzati da Pif selezionando tracce del presente a vantaggio di chi, un giorno, dovrà conoscere l’oggi in un ipotetico futuro.
Nella sigla iniziale del programma, scritto e ideato da Pif e da Luca Monarca e prodotto da Wildside, l’omino verde, perfetto marziano nell’immaginario collettivo, atterra con la sua astronave in un squarcio di città fatta di palazzi e monumenti storici deturpati, uno scenario post-bellico privo di essere viventi.
Inciampando, il marziano cade e trova un tablet attraverso cui accede alle video-lettere. Non tradisce il suo stile l’autore siciliano e, con apparente candore e fare scanzonato, sceglie come primo argomento una testimonianza sulla strage di Pizzolungo, avvenuta a Trapani nell’aprile del 1985.
“La Sicilia è una regione che si trova a sud dell’Italia – dice Pif in video – molto bella ma ha un problema: la mafia. Difficile spiegare in pochi secondi cos’è la mafia, un’organizzazione criminale molto ben organizzata che mette in ginocchio tutto il paese, non da solo ovviamente, e ha fatto un sacco di danni che non ti vado a spiegare perché quando arriverai tu la mafia non ci sarà più”.
Non solo la Sicilia, ma l’Italia tutta verrà raccontata attraverso singole storie, drammatiche o leggere, che si concludono sempre con un messaggio diretto al marziano che arriverà. In attesa di vederle tutte, ci piace pensare che queste storie, mentre le guardiamo, rendano tutti noi un po’ marziani, cioè diversi da come siamo adesso, immersi troppo spesso in un corollario di assurda e a tratti incomprensibile quotidianità.