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ESCLUSIVO. Orlando: “Pronti a far causa alle Ferrovie, Costa Sud balneabile entro l’anno, ecco il bando per tram e ponte Corleone”

martedì 30 Maggio 2017
Orlando

A margine dell’intervista realizzata da ilsicilia.it, il sindaco Leoluca Orlando, ha rivelato in esclusiva al nostro giornale i dettagli del suo programma nel settore Mobilità, traffico e opere pubbliche.

Orlando

 

Una promessa che secondo i lettori non ha mantenuto è la messa a gara di opere incompiute, fondamentali per la viabilità: il sottovia Perpignano, il raddoppio del Ponte Corleone, gli svincoli di Brancaccio, il piano parcheggi. Se dovesse essere rieletto, entro quando metterà a gara questi appalti?

«Alcuni appalti sono già stati fatti. Basti pensare come non ci sono più allagamenti nella Circonvallazione o il rifacimento della rete fognaria a Partanna Mondello. In più stiamo mettendo in sicurezza il mare di via Messina Marine: entro dicembre avremo completamente balneabile la Costa Sud, ben 7 km di costa per il quale abbiamo approvato il Pudm (Piano di utilizzo del Demanio marittimo, ndr), prevedendo che 4,4 km saranno concessi ai privati con benefici e investimenti di lavoro». 

Risultati immagini per ponte corleone«Abbiamo trovato le risorse di tante opere con il Patto per il Sud con cui abbiamo già in corso la gara d’appalto per il Raddoppio del Ponte Corleone, che consideriamo un’emergenza. A giorni sarà pronto e pubblicato il bando per le prossime 3 nuove linee di tram (Stazione Centrale-Stadio; Notarbartolo-via Duca della Verdura; Ponte Calatafimi-Orleans, ndr). Abbiamo, ancora in questi giorni, la presentazione della greenway, utilizzando la vecchia sede ferroviaria del tracciato tra Palermo e Monreale. In tema di appalti siamo l’unica amministrazione comunale a non essere coinvolta in nessuna vicenda giudiziaria. È una cosa normale, ma rispetto a quello che accade nelle altre città d’Italia, diventa una cosa speciale».

 

Biglietto Unico Bus-Tram-Metro. Doveva essere una priorità della Giunta invece la convenzione Amat-Trenitalia, scaduta nel 2009, non è più stata rinnovata. Come pensa di risolvere questa querelle infinita?

«Le Ferrovie a Palermo hanno qualche difficoltà, quelle del Passante e dell’Anello ferroviario. Le persone se la prendono col sindaco ma entrambe le opere sono con stazione appaltante Rfi e non del Comune di Palermo. Il tram, invece, che era di competenza comunale lo abbiamo realizzato e funziona perfettamente. Le Ferrovie sono in affanno e scarsamente presenti nella realtà palermitana: di fatto, hanno il passante che non è stato realizzato, è evidente che è necessario che le Ferrovie si diano una smossa. Ed è per questo motivo che al ministro Delrio ribadirò che il Governo nazionale dica alle Ferrovie dello Stato di manifestare nella realtà palermitana un interesse più forte; perché anche il biglietto unico è la conferma che c’è da parte delle Ferrovie una presenza attiva su Palermo. Le Ferrovie sono rimaste impantanate nell’appalto per il passante ferroviario dove i progettisti si sono dimenticati che c’è il fiume Papireto sotto al Tribunale».

Gli edifici di vicolo Bernava (01.12.2015)
Vicolo Bernava (01.12.2015) © D. G.

Il riferimento è al tappo di vicolo Bernava, dove da 5 anni non si riesce a completare gli ultimi 58 metri di galleria. Orlando su questo punto è categorico: «Bastava che il progettista delle Ferrovie chiedesse alla zia Pippina che abita lì notizie sul Papireto, e gli avrebbe risposto: “Qua l’acqua c’era e c’è sempre stata“. In compenso stanno realizzando accanto alla Stazione Centrale il nuovo terminal per i bus extraurbani».

 

immagineNella campagna elettorale del 2012 sosteneva l’illegittimità delle zone blu e prometteva provvedimenti a riguardo. Nei 5 anni seguenti le zone blu sono ancora lì, nessuno le ha cancellate. Nel 2015 ha chiesto indietro ad Apcoa 1,4 milioni di euro per profitti-extra, ritentuti illegittimi. A che punto è questo contenzioso e quale promessa fa oggi Orlando sulle zone blu? Saranno abolite/ridotte?

«Noi abbiamo contestato queste zone blu che nascono da un contratto stipulato dalla precedente Amministrazione. Siamo purtroppo vincolati da quel contratto. Ed è per questo che abbiamo chiesto indietro ad Apcoa quei soldi. È la conferma che quando arriva lo sfascio in una città, poi i danni si prolungano nel tempo. Per cambiare occorre tanto tempo, per distruggere invece basta firmare un contratto sbagliato».

 

E a proposito di contratti sbagliati, Lei ha attaccato l’ex Giunta Cammarata anche per “aver costruito un contratto folle per l’Anello ferroviario, scritto per causare il massimo disagio ai cittadini”. Cammarata però l’ha smentita (LEGGI QUI). …Lei come replica?

«Cammarata ha ragione quando dice che il contratto è delle Ferrovie, ma è anche vero che il progetto fu approvato dalla loro Giunta. Nell’approvazione del progetto, com’è noto, c’è la tempistica. E quando questa non viene definita, è come se si considera un pezzo di terreno come se fosse aperta campagna. Ma l’opera va realizzata in pieno centro città e la Giunta Cammarata approvò il progetto così com’era. Una follia. Negli ultimi mesi abbiamo tentato noi di dare una tempistica, ma loro potrebbero dire che non è prevista dal contratto. Per questo – rivela – stiamo esaminando col nostro Ufficio legale Comunale, insieme coi legali dei commercianti, se è possibile fare una causa per danni nei confronti delle Ferrovie, stazione appaltante».

Nel 2012 il Cipe dava al Comune di Palermo oltre 100 milioni per fogne e depuratori. Dopo 5 anni, la maggior parte di quei progetti non è mai partito con l’aggravio di una pesante multa dell’Ue che colpirà i cittadini se i lavori non saranno appaltati, per 2 procedure di infrazione comunitaria…

«Noi avevamo predisposto tutti i progetti ed eravamo pronti ad andare in gara già a dicembre 2015. Improvvisamente il governo regionale decise di commissariare il Comune di Palermo, impiegando quasi 8 mesi per autorizzare la persona nominata commissaria. Noi così abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per danno erariale, per questi 2 anni di ritardo».

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