E’ stata presentata questa mattina, nel corso di un convegno a Palermo, la ricerca sul recupero del patrimonio genetico dei vitigni antichi e dei vitigni autoctoni siciliani, raccolta nel libro “Identità e ricchezza del vigneto Sicilia”.
La ricerca, promossa dall’Assessorato Regionale Agricoltura, ha permesso di recuperare numerose varietà storiche di cui si erano perse le tracce. All’incontro rappresentanti delle istituzioni, del mondo universitario e del comparto vitivinicolo si sono confrontati sulle qualità e sulla biodiversità del vigneto siciliano, mettendo in luce le opportunità di mercato legate alla valorizzazione dei vitigni autoctoni.
“ Questa ricerca portata avanti dall’Assessorato Regionale Agricoltura è unica nel suo genere ed ha permesso di individuare 70 varietà di vitigni antichi, 7 vitigni di interesse regionale, 13 di interesse locale, 12 tipologie minori e 12 cloni regolarmente omologati – afferma Antonello Cracolici assessore regionale all’Agricoltura – E’stata già presentata la richiesta di registrazione al Ministero su un primo gruppo di 10 varietà antiche che sono risultate tra le più apprezzate dalle aziende che hanno assaggiato i vini prodotti nei test di vinificazione sperimentale e che hanno spinto per l’iscrizione. Sono stati sviluppati inoltre 12 cloni di vitigni autoctoni omologati, esenti da virosi e certificati che sono già entrati nel mercato vivaistico e che saranno impiantati nel 2018.”
Dopo un lungo lavoro durato più di dieci anni, lo studio ha ottenuto le basi scientifiche e i cloni necessari per l’utilizzo di materiale vegetale sano e certificato che permetterà di incrementare la diffusione e la commercializzazione dei vitigni autoctoni nel territorio regionale e lanciare una nuova sfida ai mercati internazionali.