Si è conclusa con esito negativo la prima fase della vertenza che riguarda i 287 esuberi dichiarati da Coop Sicilia, alle prese con un piano di riorganizzazione della propria struttura e della rete dei punti vendita. Da un lato tutte le organizzazioni sindacali hanno reputato inaccettabili le condizioni dettate dall’azienda per scongiurare i licenziamenti. Dall’altro l’azienda non ha voluto prendere in considerazione le proposte alternative formulate dai sindacati. Adesso il confronto si sposta in sede istituzionale con l’istituzione di un tavolo di concertazione presso l’Assessorato al lavoro della Regione Siciliana.
“Ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità volontaria incentivata), flessibilità e abolizione delle pause, secondo l’azienda non sono sufficienti per ridurre la perdita di Coop Sicilia”, ha dichiarato Monja Caiolo della Filcams Cgil. “L’azienda – continua – senza fornire le dovute garanzie per la salvaguardia reale di tutti i livelli occupazionali, è rimasta ferma sulla sua posizione: deroghe al contratto nazionale per almeno 3 anni”.
In particolare Coop Sicilia ha chiesto la sospensione di più istituti contrattuali: la quattordicesima mensilità, gli scatti di anzianità, i permessi retribuiti, il tfr e l’applicazione di una riduzione del 5% su tutte le maggiorazioni.
Per Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl, “ci sono troppe incognite che devono essere chiarite. Coop Sicilia vuole recuperare 2 milioni dal costo del lavoro e altri 2 dalle cessioni di rami d’azienda. Quest’ultime vanno valutate con grande attenzione. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, anche perchè negli ultimi anni i lavoratori hanno lasciato pezzi di salario e pezzi di diritti, in vista di questi paventati piani di rilancio, al fine di salvaguardare il proprio posto di lavoro”.
La società, spiega la Uiltucs Sicilia guidata da Marianna Flauto, non ha accettato le controproposte fatte che possano abbassare il costo del lavoro nelle more che avvii il percorso di sviluppo dichiarato attraverso l’apertura di 6 nuovi punti vendita nel territorio di Palermo, Catania e Messina e di una disponibilità a regolamentare la flessibilità attraverso un accordo cornice da declinare nei vari punti vendita con i sindacati. “Nei prossimi giorni – annuncia Flauto – saranno date comunicazione in merito alle eventuali iniziative che saranno programmate”.