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Emergenza incendi in Sicilia, il Wwf chiede un cambio di rotta

venerdì 28 Luglio 2017

“E’ ormai totale la devastazione di una consistente parte delle aree boschive Siciliane a causa dell’escalation di incendi che le stanno devastando, soprattutto in zone di immenso valore ambientale. Migliaia di ettari di boschi, macchia mediterranea e la fauna che in essa vive stanno in questo momento bruciando. Questa nota scaturisce dalla rabbia e dalla disperazione di noi ambientalisti soci ed attivisti del WWF che ci sentiamo inermi di fronte alla distruzione sistematica e sicuramente progettata da menti criminali”.

Lo scrivono  il presidente del Wwf Sicilia Nord Occidentale Pietro Ciulla e i consiglieri Angelo Palmeri, Caterina Maniscalco, Marcella Rizzo, Giorgio De Simone.

“Prendiamo spunto dall’ennesima distruzione della Riserva dello Zingaro che ricade nel territorio di competenza della OA Sicilia Nord Occidentale, un rogo che sembrava quasi previsto e che si è verificato alla prima ondata di calore. Nessuno era preparato, solo i cittadini e noi ambientalisti abbiamo avvisato che poteva avvenire. Ed è avvenuto. Il 22 luglio intorno alle 13 si vedono da km di distanza già alte colonne di fumo sulle montagne sovrastanti Scopello. Alle 15,23 un nostro socio attivista ha telefonato al 1515 notando a 30 km di distanza alte e intense colonne di fumo sulla montagna. Al 15.15 assicurano che è tutto sotto controllo. L’incendio va avanti, alcuni soci vedono dei CanadAir alle 16 che sembrano tamponare solo l’incendio che proseguirà fino alla mattina successiva del 23 luglio quando ormai tutta la montagna è incenerita”.

“Sappiamo che la strada da percorrere affinché l’Italia e la Sicilia in particolare diventi “normale” dal punto di vista della coscienza e della sicurezza ambientale è lunga e tortuosa – scrivono ancora – Siamo coscienti che occorre una vasta e continua opera si educazione e sensibilizzazione ambientale nei confronti dei cittadini e delle istituzioni. Sappiamo che occorrono una gran quantità di investimenti e soprattutto la formazione di un tessuto istituzionale che deve comprendere le forze politiche, le forze dell’ordine, la magistratura, le Associazioni ed altro in modo tale che il crimine ambientale venga trattato come un crimine vero e grave e di conseguenza perseguito e punito. Vediamo invece troppa incompetenza, troppa superficialità, troppo rilassamento in questo campo, per esempio si stanno facendo serie analisi ed indagini per trattare strutturalmente ed organicamente il problema per capire il fenomeno? Pensiamo al tragico percorso di analisi e tentativi per capire il fenomeno mafioso che però finalmente sta dando i suoi frutti”.

“Stanno intraprendendo le Istituzioni questo cammino?” si chiedono gli esponenti del Wwf. “Assistiamo alla circolazione di tante ipotesi che cercano di giustificare il fenomeno ma sono ipotesi contraddittorie, puramente giornalistiche e senza alcuna organicità di fondo. Sta l’arma dei Carabinieri, che ha inglobato il Corpo Forestale Nazionale, incominciando una seria ed organica attività investigativa? e la Magistratura? e il Parlamento? Si sta incominciando a pensare che anche i boschi sono obiettivi sensibili e quindi andrebbero in ogni caso sottoposti a serrato e quotidiano controllo territoriale, per esempio da parte dell’Esercito?”

“Non siamo ingenui, pensiamo che è difficile controllare militarmente migliaia di ettari boschivi, ma come per il fenomeno terrorismo, non varrebbe la pena in ogni caso dare il segnale di interesse verso questo grave problema? Perché vediamo per le strade delle città le pattuglie dell’Esercito in funzione antiterrorismo e non dobbiamo vederle anche nell’attività di controllo del nostro patrimonio boschivo? Le Istituzioni debbono dare questi segnali, debbono rendere operativo un sistema “normale” di controllo del territorio perché questo coinvolgerà positivamente i cittadini e trasmetterà il messaggio che il bosco è un patrimonio vitale per la conservazione della biodiversità, per la protezione delle superfici dal dilavamento delle piogge, per la prevenzione delle frane, per la raccolta delle acque meteoriche, ecc…. E’ mai possibile che attraverso le migliaia di caserme dei Carabinieri sparse sul territorio nazionale non si riesca a fare un’operazione di intelligence, di pressioni e interventi come loro sanno ben fare quando vogliono, per capire che sta succedendo? Per capire chi sono i manovali ed i mandanti? Per prenderne almeno qualcuno?”

“Può darsi che ogni territorio ha le sue peculiarità e quindi occorrono provvedimenti differenti per ogni area del Paese, per ogni situazione specifica, ma è proprio questo che si deve fare, capire e poi agire. Ricordiamo che già da anni assistiamo alla barzelletta per cui dato che la finanziaria della Regione non viene approvata in tempo, i finanziamenti agli operai stagionali forestali arrivano in ritardo e quindi anche le opere di prevenzione partono in ritardo e anche le convenzioni per utilizzare elicotteri ed aerei antincendio. Quali sono gli interessi occulti che si inseriscono in questi meccanismi infernali?”

“Lo vogliamo capire – concludono – una volta per tutte, anche a protezione dei lavoratori forestali additati per voce di popolo come parte in causa di questi interessi? Oppure i pastori? Oppure gli speculatori edilizi? Oppure i vandali? I piromani o altro? Noi da parte nostra faremo di tutto per capire e frenare il fenomeno ma senza le Istituzioni non si va molto lontano. Il governo a questo punto dovrebbe dare un segnale forte e, data l’emergenza in atto e le previsioni di altre ondate di calore intenso, dovrebbe immediatamente instaurare uno stato di emergenza ambientale in cui il controllo del territorio e soprattutto delle aree protette venga affidato all’Esercito Italiano, eventualmente anche in deroga a tutte le leggi regionali che si sono rivelate insufficienti o non applicate a garantire la sicurezza e il controllo del territorio già abbondantemente provato da continui e sistematici attacchi di natura dolosa. Da parte nostra inizieremo una metodica campagna di informazione ambientale nelle scuole introducendo l’argomento incendi. Ma anche attiveremo una sistematica attenzione per vedere se le leggi esistenti vengono applicate dagli Enti responsabili. Per esempio viene formato ed aggiornato il catasto degli incendi da parte dei Comuni?Vengono effettuati i controlli affinché nelle aree bruciate non si effettuino negli anni successivi attività di caccia, riforestazione, pastorizia e quant’altro ? E’ il minimo che possiamo fare e lo faremo, la nostra PEC con la quale chiederemo spiegazioni e chiarimenti lavorerà molto”.

 

 

 

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