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… Magari resto al Sud

venerdì 4 Agosto 2017
Cleo Li Calzi

Sulla quarta di copertina dell’ultimo libro di Lorenzo Marone, giovane scrittore napoletano c’è scritto : “Ci proviamo tutti a spiccare il volo, per poi la sera ripararci sotto le pergole dei nostri piccoli gesti quotidiani. Essere abitudinari non è così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c’è in giro”.

Sembra un inno all’inerzia, alla rassegnazione. E invece è un inno a smettere di delegare ad altri la nostra crescita e tirare invece fuori caparbiamente il meglio che abbiamo, liberando le energie più valide e mettendoci in gioco. Da adulti. Perché i bambini ed i cani – essere certamente superiori – solo una cosa non hanno: la consapevolezza e l’esperienza che possono rendere responsabilmente autonomi nelle scelte.

Solo leggendo il libro in compagnia della protagonista Luce che ci fa  ritrovare immersi tra i suoni, gli odori, l’ironia e la positività dei vicoli di una città del migliore Sud, si coglie il senso della provocazione dell’autore, che è poi il bivio con cui oggi devono fare i conti i nostri giovani : andarsene seguendo l’impulso di spiccare il volo come chi lo ha fatto nel libro (talvolta solo per scappare dalle responsabilità di una vita differente dalle generiche e popolari aspettative collettive senza poi mai realizzare veramente quel volo ma solo cercando un altro nido dove stare a covare) oppure restare trovando la felicità proprio nel piccolo pezzetto di mondo  in cui si è avuto il dono di nascere e cercare di costruirsi la propria realizzazione con fatica ma rivendicando con orgoglio la propria identità territoriale e il diritto ad essere protagonista della propria vita?

La risposta ve la suggerisce il titolo del libro: Magari domani resto. Magari è una meravigliosa parola molto usata nel frasario del Sud Italia ma su cui forse non abbiamo mai riflettuto sul suo vero significato. Magari deriva dalla parola greca Makarìe che vuol dire Felice. Esprime in modo sintetico una particolare emozione che contiene desiderio ed entusiasmo e che viene spesso seguita da una proposizione con il verbo all’imperfetto (“magari fosse vero”). Magari è una parola che racchiude insieme tutte le meravigliose contraddizioni del Sud : quel difficile equilibrio tra la voglia di rivoltare il mondo e il pessimismo che fa fermare alla soglia degli propri entusiasmi mettendosi da solo l’etichetta di non-raggiungibilità dei propri obiettivi, quasi per ereditaria condizione.

Magari resto. Da oggi è possibile: è stata infatti approvata la legge che prevede disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno. La legge offre un fenomenale assist a tutti i giovani che vogliono modificare il verbo imperfetto dopo la parola magari nel loro frasario. Le misure previste dalla legge appena approvata intendono offrire  un’occasione per tutti quei giovani che orgogliosamente scelgono di rimanere protagonisti del loro futuro, destinando 1,25 miliardi di euro per sostenere le proposte di giovani imprenditori under 35 con la misura “Resto al Sud”.  

Resto, non uso. Il che fa la differenza. L’incentivo non guarda più al finanziamento di impresa come ammortizzatore sociale per contrastare (temporaneamente) l’elevato tasso di disoccupazione, come ad esempio la vecchia legge 488 che prendeva in giro il Sud destinando ingenti risorse per investimenti da realizzare nel mezzogiorno che però finanziavano macchinari prodotti dalle aziende del nord. O come tutte le leggi che nel passato hanno finanziato la delocalizzazione di attività che finito il ciclo di vita del finanziamento hanno chiuso battenti ed aumentato i tassi di disoccupazione. Resto al Sud sostiene invece la nascita di una nuova classe imprenditoriale fatta da giovani del Sud valorizzando le risorse endogene e quindi nei settori nel’agricoltura, dell’artigianato, della pesca ed acquacoltura, dei servizi, del turismo. La norma prevede anche la valorizzazione delle terre lasciate incolte da oltre 10 anni e dei beni immobili privati abbandonati prevedendo meccanismi per l’assegnazione a giovani under 40 che intendono farne oggetto di un progetto di impresa che dia occasione di lavoro anche ad altri.

Resto al Sud è una legge che offre una straordinaria opportunità per chi ha senso di appartenenza perché è una scelta che investe su chi vuol fare impresa scommettendo sulle proprie radici e rivendicando con orgoglio di essere nato nel luogo più bello del mondo. La risposta giusta all’inno siciliano alla rassegnazione “cu nesci arrinesci”.

Solo una “grande femmena del Sud che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa” di nome Luce (ed il nome non è un caso) poteva spiegare con il linguaggio giusto ai giovani perché scegliere di investire nel loro futuro al Sud. Magari domani resto…al Sud.

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