Il governo cade in aula, col voto segreto, sull’emendamento che prevedeva la soppressione della norma per la liquidazione di Riscossione Sicilia, la società pubblica che riscuote le imposte nell’isola amministrata dall’avvocato Antonio Fiumefreddo. La norma è contenuta nel ‘collegato‘ in discussione all’Ars. Dunque si va verso la liquidazione a meno di nuovi colpi di scena.
L’aula è poi stata sospesa; si sta cercando una soluzione per ricollocare il personale di Riscossione nel caso in cui l’Assemblea votasse la norma sulla liquidazione.
Più volte in questa legislatura le strade dell’amministratore unico della società, vicino a Crocetta e quella del parlamento siciliano si sono incrociate con tempeste di vario livello. Dalla denuncia di qualche anno fa sui deputati morosi verso Riscossione Sicilia, al mese di marzo scorso, quando Fiumefreddo ebbe uno scontro acceso durante una seduta con il presidente della Commissione Bilancio Vinciullo.
Rapporti tesi in passato per Fiumefreddo anche con il presidente dell’Ars Ardizzone.
Già in passato Forza Italia aveva presentato l’emendamento a firma dei deputati Falcone e Savona che prevedeva la liquidazione societaria dell’ente che cura il servizio di riscossione per l’amministrazione regionale siciliana