L’istruzione e la formazione come leva dello sviluppo del Mezzogiorno d’Italia. E’questo il tema del convegno, organizzato dalla Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil Sicilia, che si è tenuto stamattina a Palermo presso la Sala delle Capriate di Palazzo Steri, sede del rettorato dell’ateneo palermitano, e che ha visto, tra gli altri, la partecipazione della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso.
I lavori si sono aperti con la relazione della segretaria generale della Flc Cgil Sicilia, Grazia Maria Pistorino, che ha fornito un’analisi impietosa della situazione in Sicilia e nel Meridione. “Abbiamo considerato centrale nella nostra elaborazione politica il tema della differenza tra Nord e Sud del Paese nell’esercizio dei diritti, istruzione, salute, lavoro … in sintesi l’esercizio del diritto alla cittadinanza”.
Per la sindacalista della Cgil è inaccettabile il crollo dell’offerta di dottorati negli atenei del Sud, il contemporaneo aumento della stessa nelle regioni settentrionali e la quasi inesistente offerta del tempo pieno. Quest’ultimo incide solo dell’8% sulla totalità del tempo scuola. Una percentuale nettamente inferiore alla media nazionale e drammaticamente lontana da quella del Nord che si attesta abbondantemente sopra il 40%. Fattori che hanno ricadute negative sulla dispersione scolastica e sulla disoccupazione giovanile.
Alla luce dei dati presentati Susanna Camusso, ha spiegato, che non a caso uno degli elementi cardine del Piano del lavoro su cui il sindacato si è confrontato con il governo è stato quello dell’istruzione, a partire dalle infrastrutture, perchè “le prime infrastrutture di cui ha bisogno il Paese non sono solo le strade, ma gli asili nido e le scuole per dare gli stessi diritti ai bambini del Nord e del Sud”.
Per la numero uno della Cgil è indispensabile che la ricerca diventi una priorità e che sia pubblica, un investimento massiccio e diffuso su tutto il territorio ed in ogni ambito, poichè il tempo da recuperare è tanto.
Se da un lato le istituzioni devono investire su formazione e innovazione, anche il sistema delle imprese deve fare lo stesso assumendo giovani e retribuendoli in modo adeguato. “Bisogna avere il coraggio di dire – sostiene Camusso – come si pensa di programmare lo sviluppo del Paese. Le infrastrutture e la ricerca sono due aspetti fondamentali. A questi va aggiunta la qualità del lavoro. Il caso Ryanair è emblematico, perchè rappresenta il fallimento di un modello fondato sullo sfruttamento dei piloti e del personale”.
“L’ultima riforma della scuola – ha continuato – ha distrutto l’idea di comunità della scuola. La scuola non deve produrre robot, ma deve preparare i cittadini di domani. Anche le imprese devono investire sulla formazione dei dipendenti”. Inoltre, per Susanna Camusso, “c’è un problema di diritto allo studio perchè oggi la scuola è diventata costosa, una condizione che allarga le diseguaglianze. I trasporti e le mense fanno parte dei costi da sostenere per garantire questo diritto. Ecco perchè devono intervenire sia il livello regionale che nazionale”.
Infine, bisogna ripensare la formazione professionale “che non deve essere una scappatoia per quegli studenti che il percorso primario di istruzione non è riuscito a motivare”. Per la segretaria della Cgil deve essere un valore aggiunto, un percorso di qualità. Se non lo è i Neet continueranno a non studiare e a non lavorare.