Un atto d’accusa a tutti gli effetti, contro l’indolenza del governo regionale, la mancanza di assunzione di responsabilità dell’amministrazione e le promesse mancate di Crocetta.
I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, la partecipata posta in liquidazione dalla Regione, i cui dipendenti non sono stati ancora collocati all’interno di SAS (Servizi ausiliari Sicilia), il contenitore individuato dall’assessore all’Economia Baccei per il loro assorbimento dopo la fine dell’esperienza della società acquistata dalla Regione per attrarre investimenti e poi messa da parte, in una lunga nota attaccano:
“Il governo Crocetta, targato PD, ha cercato di affrontare da un lato il nodo del riordino delle società partecipate regionali e l’Assessore Baccei ne ha chiuso parecchie per razionalizzare la spesa, cercando di trovare una tutela per i lavoratori che inevitabilmente sarebbero stati licenziati. Dall’altro lato lo stesso Governo ha esternalizzato alcuni servizi svolti da alcune di queste società in house, in particolare l’Assistenza Tecnica, affidandoli alle grosse società presenti sul mercato dal Formez a Invitalia a Ernst & Young, trasferendo il lavoro svolto dalle partecipate regionali a società romane, quasi non ci fosse in Sicilia il problema della disoccupazione“.
Con la creazione dell’Albo Unico (art. 64 L.R. 21/14), è nata la possibilità di collocare i lavoratori licenziati e dal quale le società rimaste in vita avrebbero dovuto attingere per le loro esigenze di personale. Il governo ha infatti individuato nella società Servizi Ausiliari Sicilia, la SAS, la società che avrebbe dovuto assumere i lavoratori sulla base della sottoscrizione di nuovi contratti di servizio con numerosi Dipartimenti regionali che hanno manifestato l’esigenza dell’erogazione di alcuni servizi attraverso il personale dell’Albo, per la gran parte costituito da ottime professionalità.
La nota quindi aggiunge: “Dopo la convocazione dell’Assessore Baccei di tutti i lavoratori dell’Albo Unico il 9 Maggio scorso, in seguito all’approvazione della norma da parte del Parlamento siciliano, sembrava imminente lo sblocco della vertenza ma ad oggi, nonostante le tante promesse del Governo, non si registra alcun passo in avanti. I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia e Sicilia Ricerche, collocati nell’Albo e i lavoratori di SPI inseriti con apposito provvedimento, versano in uno stato di grandissima tensione e sono esasperati dal continuo rimpallo di responsabilità tra l’Assessorato all’Economia e la SAS. A fronte delle richieste di profili professionali espresse dai Dipartimenti Regionali che superano per numero quelli dei lavoratori presenti nel bacino, non è possibile perdere ancora tempo mortificando i lavoratori, alcuni dei quali versano in uno stato di grandissimo disagio non potendo percepire gli ammortizzatori sociali, essendo trascorsi oltre due anni dal loro licenziamento, e ignorando la volontà del Parlamento siciliano”.
E ancora prosegue: “Oggi i lavoratori di SAS si chiedono come mai alla vigilia della conclusione del lunghissimo iter perl’assunzione si utilizzi un parere restrittivo dell’Avvocatura per vanificare la volontà del Parlamento siciliano che è chiara ed inequivocabile e in linea con la legislazione nazionale e che alla luce dei fatti appare come una foglia di fico per nascondere l’incapacità del Governo e della burocrazia regionale ad applicare le leggi. Alla luce di queste considerazioni questi lavoratori chiedono al Governo di procedere con sollecitudine secondo il volere del legislatore, all’immediata assunzione in SAS di tutti i lavoratori dell’Albo”.
Una vicenda che comincia a tingersi di un tono surreale, in cui a pagare sono i lavoratori, mentre l’inerzia della politica rimane impunita.