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Vertenza Unicredit, sindacati sul piede di guerra: “L’azienda naviga a vista”

martedì 14 Novembre 2017
unicredit

Mancati investimenti, procedure incomprensibili, assegnazione di ruoli senza formazione, trasferimenti del personale e chiusure delle filiali nella durissima vertenza

Salvatore Li Castri - Uilca
Salvatore Li Castri – Uilca

nazionale annunciata dai sindacati Fisac Cgil, First Cisl, UilCa e Fabi, che si articolerà in una serie di assemblee con i lavoratori per adottare le migliori forme di mobilitazione. “Nonostante i brillanti risultati conseguiti nei primi nove mesi dell’anno, superiori di circa l’80% – scrivono i rappresentanti delle quattro sigle – rispetto allo stesso periodo del 2016, le relazioni sindacali con il Gruppo Unicredit registrano una fase di stallo. A partire dal primo dicembre si sommeranno, in tutto il territorio nazionale, alle uscite dei precedenti Piani Industriali (oltre 5000 dipendenti in esodo anticipato) ulteriori 1600 uscite“.

Gabriele Urzì (FIRST/CISL)
Gabriele Urzì (FIRST/CISL)

Giuseppe Angelini (FABI), Gabriele Urzì (FIRST/CISL), Elia Randazzo (FISAC/CGIL), Salvatore Li Castri (UILCA), hanno inviato stamani un duro comunicato stampa per spiegare i motivi del loro intervento:

L’azienda “naviga a vista” – si legge – con assenza di procedure che semplifichino l’operatività, rimodulazione di portafogli che allontanano in modo incomprensibile il gestore dal cliente, adibizione a nuovi ruoli senza che sia stata precedentemente fornita adeguata formazione,

trasferimenti di colleghi che si trovano in situazioni di disagio, personale e familiare. Ma l’aspetto più grave – sottolineano i sindacati – è che Unicredit dimostra di non volere assolutamente investire sulla Sicilia dove, da oltre dieci anni, si sono registrate meno di dieci assunzioni a fronte di migliaia di esodi“.

 

La chiusura di altre filiali nel territorio siciliano è punto cruciale della vertenza:

Elia Randazzo (FISAC/CGIL)
Elia Randazzo (FISAC/CGIL)
Giuseppe Angelini (FABI)
Giuseppe Angelini (FABI)

Si continua con una miope politica di chiusura indiscriminata – continua il comunicato – la prossima di ulteriori 14 dipendenze in Sicilia (4 in Provincia di Palermo – Palermo De Gasperi, Palermo Principe di Paternò, Bagheria Corso Butera e Terrasini – e 10 nel resto dell’Isola – Augusta Viale Italia, Belpasso Valcorrente Etnapolis, Campobello di Licata, Catania Corso Italia, Catania Cutelli, Catania Etnea “B”, Gibellina, Sant’Agata Li Battiati, Solarino, Trapani Regione Siciliana, con un impoverimento progressivo ed indiscriminato della Rete Territoriale. Emblematica – concludono i

sindacati – è la vicenda del Credito Su Pegno. Da mesi Unicredit non fa chiarezza su una possibile cessione del comparto che registra circa 200 milioni di euro di impieghi, 35 filiali in tutta Italia e che solo a Palermo occupa 40 lavoratori che vivono una intollerabile incertezza sul loro futuro lavorativo”.

 

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