Un vero e proprio cimitero di mafia quello rinvenuto nella grotta naturale di contrada Casalotto, in località Roccamena.
I carabinieri e gli esperti del Ris indagano dal 5 ottobre scorso, quando fu fatto un macabro ritrovamento dagli uomini del soccorso alpino: in una zona impervia e assai difficile da raggiungere, furono ritrovati teschi ed ossa umane.
Da allora il numero dei resti sono aumentati a dismisura. Ad oggi sono quattordici gli scheletri ritrovati nella caverna degli orrori, tra cui quelli di due bambini. Ma potrebbero essere molti di più.
Si tratterebbe di un luogo in cui venivano seppelliti le vittime di lupara bianca della mafia dagli anni ’50 agli anni ’70. In questi mesi sono stati confrontati i dna prelevati dal “cimitero della mafia” con quelli dei parenti scomparsi. Oltre alle ossa, nella grotta sono stati ritrovati indumenti, anche da donna e bossoli di fucile che fanno pensare all’ipotesi dei morti ammazzati.
Roccamena, comune in provincia di Palermo, era sotto il controllo del boss Bartolomeo Cascio, fedelissimo ai corleonesi, che è morto alcuni mesi fa. Ed è proprio dopo la morte del patriarca che una fonte confidenziale ha condotto i carabinieri nella grotta. Un altro elemento che fa avvalora le ipotesi degli investigatori.