Una volontà comune che sigla un accordo, per nulla scontato alla vigilia, tra Forza Italia e Musumeci sui tempi in cui sarà varata la giunta regionale. Dare un governo alla Sicilia in tempi brevi è stato l’esito dell’incontro che il governatore siciliano ha avuto ieri con il commissario di Forza Italia, presidente dell’Ars in pectore.
Una prima intesa dunque sui tempi e poi la possibilità per Musumeci di attingere a una rosa di nomi che gli verrà presentata. Il centrodestra siciliano dunque va oltre lo stato di stand by che lo attraversava da giorni dopo l’ipotesi portata avanti da Forza Italia di attendere l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, prima di nominare l’esecutivo regionale.
Un equilibrio da trovare tra mille sfumature, ma anche tra passaggi sostanziali che accompagnerà la definizione de nomi dei protagonisti di questa avventura a cui si appresta il presidente catanese.
A Miccichè, Musumeci ha ribadito le esigenze relative alle prime emergenze pratiche e operative da affrontare in avvio di legislatura. Dai rifiuti, ai conti della Regione, su cui il nuovo esecutivo sta tracciando una prima linea di demarcazione in attesa di approfondimenti che verranno condotti in un secondo momento. Per non trascurare l’emergenza disabili che ieri è tornata a fare capolino.
Motivazioni ritenute da Miccichè importanti che finiscono col consentire la definizione di uno scenario per il quale in tutti i partiti si procedeva prima a ritmo ridotto.
La Sicilia non può aspettare i tempi della politica e quindi la partita si deve chiudere nell’arco di tempo più veloce possibile. Questo il senso di un’accelerazione condivisa che costituisce un importante passo avanti rispetto ai precedenti aggiornamenti che avevano in qualche modo cristallizzato la situazione.
La nascita dell’esecutivo regionale potrebbe variare tra una settimana e dieci giorni, in assenza almeno di ulteriori criticità o passaggi e fatti nuovi che si possano sovrapporre allo schema venuto fuori dall’incontro di ieri.
Non ci sarebbero grosse divergenze sul numero degli assessorati e sulle nomine. La parte sostanziale dell’accordo, ribadito ieri, non sarebbe dunque in discussione.
La situazione dunque appare sotto controllo in Forza Italia. Nei prossimi giorni, possibilmente in questa settimana, Miccichè dovrebbe riunire il gruppo dei deputati azzurri eletti all’Ars. Una riunione all’interno della quale il leader forzista intende chiudere tutti i discorsi. Dalle nomine in giunta alle cariche da andare a ricoprire all’interno del parlamento siciliano (capogruppo e commissioni).
La palla ora passa ai singoli gruppi che procederanno con le loro scelte sin dai prossimi giorni.
Nell’Udc Mimmo Turano, Ester Bonafede e Margherita La Rocca, i papabili come assessori.
Dentro Forza Italia i condizionamenti geopolitici e la rappresentanza richiesta da alcune province, Catania, Trapani e Messina, in particolare, andranno abbinate alle migliori scelte possibili. Se Bernardette Grasso rimane in campo a Messina come Riccardo Gallo Afflitto ad Agrigento e Guaiana a Trapani, Miccichè si riserva ragionamenti più specifici che possano contribuire a generare un equilibrio generale che blindi i margini per gli scontenti, per come sarà possibile, anche in vista dell’importante tappa che riguarda l’elezione del presidente dell’Ars.
Il nome più quotato e al riparo dalle possibili insidie delle scelte degli ultimi giorni rimane quello dell’ex capogruppo all’Ars Marco Falcone, diviso tra la designazione all’assessorato all’Agricoltura e quello alle Infrastrutture.
Dentro Fratelli d’Italia ad esempio, è sempre più partita a due tra Cannella e Pappalardo. Aricò dovrebbe in questa fase essere il trait d’union tra Aula ed esecutivo, rimanendo capogruppo di #diventerabellissima con Razza al riparo tra i fedelissimi di Musumeci e pronto all’ingresso in giunta.