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Rivoluzione bolscevica, quel sottile filo rosso con la Sicilia

giovedì 30 Novembre 2017

In occasione del centenario della rivoluzione russa (1917-2017), il Rotary Palermo nord e il Rotary Club Baia dei Fenici hanno organizzato a Palermo un incontro dal titolo “Il destino di una rivoluzione: Ottobre Rosso”.

Relatori: il professor Tommaso Romano, il critico e drammaturgo Aurelio Pes, lo scrittore e saggista Pasquale Hamel. Hanno presenziato l’iniziativa Anna Maria Corradini e Pietro Almasio,responsabili dei club Rotary che hanno organizzato l’evento. Interessante e molto partecipata la manifestazione durante la quale non sono stati presentati solo gli aspetti strettamente storici della rivoluzione bolscevica, ma anche molteplici sfaccettatura di un’epoca tanto complessa quanto affascinante per le dinamiche messe in campo. Il profilo relativo alla cultura è stato ampiamente raccontato da Aurelio Pes che ha anche evidenziato luci e ombre della dittatura che si andò a fondare nel 1917.

Tommaso Romano ha in particolare sottolineato gli aspetti relativi alle dinamiche sociali, soffermandosi sugli aspetti comparativi con la rivoluzione francese ma anche su figure tipiche dei regimi dittatoriali che portano in sé la cultura della delazione come valore.

Pasquale Hamel ha, invece, analizzato gli aspetti sociopolitici dell’evento che portò al rovesciamento dell’Impero russo e alla formazione inizialmente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa e, nel 1922, in seguito alla guerra civile russa, dell’Unione Sovietica: il tentativo di applicazione delle teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels, visto però anche sotto la lente antropologica che consente di accedere a informazioni su vizi, virtù e malattie dei protagonisti della rivoluzione a partire da Lenin.

Sullo sfondo della rivoluzione bolscevica anche un filo conduttore con la Sicilia attraverso un Rembrandt comprato da un nobile russo, a inizio del secolo scorso, presso un antiquario di Palermo per farne dono alla famiglia reale russa e finito nelle mani dei rivoluzionari che lo distrussero a Mosca; salvo poi venire passati per le armi per avere distrutto un patrimonio utile alla stessa causa della rivoluzione attraverso la sua vendita.

Ma nelle parole di Pes è stata soprattutto rievocata la figura della somma poetessa Anna Achmàtova, nemica personale di Stalin che la privò della casa, dei sussidi, del diritto di espressione e ne incarcerò il figlio per ritorsione. Nel 1964, grazie al premio Taormina-Arte, conferitole dallo slavista siciliano Angelo Maria Ripellino, fu sottratta all’oblio, tanto che qualche mese dopo l’’Oxford University le conferì la laurea honoris causa.

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