Il contratto del “Raddoppio della circonvallazione di Palermo, II Lotto B da via Altofonte a via Belgio”, meglio noto come “Svincoli di via Perpignano” o “Sottopasso di via Perpignano”, fu stipulato dalla Giunta Cammarata il 19 marzo 2007, i lavori consegnati il 20 giugno 2007; durata prevista: 270 giorni.
Invece, l’ATI (associazione temporanea di imprese) composta dalla “Cariboni” di Rocca di Caprileone (Messina) e dalla “Med Impresit scrl” di Salerno non avviò mai l’appalto. Nel 2008 il Comune allora sciolse il contratto, dando il via alla lunga battaglia legale, ancora oggi al centro delle aule giudiziarie. E per cui sono stati riconosciuti danni a entrambe le parti.
COSTI. Nel 2007 l’opera costava circa 22 milioni di euro. Oggi per realizzarla ce ne vorrebbero 34. Un’enormità, se si pensa che il Comune attende ancora una risposta ufficiale da Roma circa i vecchi fondi ex Agensud, che molto probabilmente sono andati perduti visto che è passato un decennio.
A dicembre 2016, esattamente un anno fa, Renzi e Orlando hanno siglato il “Patto per Palermo” che assegna 322 milioni alla città. Di questi, 4 milioni (4.663.954,51 per la precisione) sono destinati al Sottopasso Perpignano. E 5,3 per il “Raddoppio del Ponte Corleone”.
TEMPI. Dopo quasi 10 anni dalla rescissione contrattuale del 2008, pare che i tempi non siano ancora maturi. Oltre al contenzioso, pesa il fattore “risorse in cassa”. Dall’assessorato comunale alle Infrastrutture precisano che «si attendono verifiche da Roma sui fondi ex Agensud» che quasi certamente sono andati perduti. In questo caso, la strategia sarebbe di «dirottare le risorse stanziate dal “Patto per Palermo” per realizzare almeno il raddoppio del Ponte Corleone, che ha la priorità visto lo stato in cui versa oggi».
In più, a causa dei tanti anni trascorsi, «il progetto va interamente aggiornato, anche a causa della realizzazione della Linea 4 del tram», che all’epoca non c’era e che oggi invece transita sulle carreggiate laterali della Circonvallazione. Difficile quindi vedere la posa della prima pietra entro la fine di questo ultimo mandato di Orlando, ma dal Polo Tecnico sono ottimisti: «Entro fine sindacatura (2022) riusciremo a mandare a gara quantomeno l’aggiornamento del progetto esecutivo».
Ottimismo che però cozza con la realtà: dirottando i fondi esistenti sul Ponte Corleone, è molto probabile che ci vorrà almeno un altro decennio per vedere novità in via Perpignano. Se non è un addio, poco ci manca. A meno che arrivino da Roma o Bruxelles nuove risorse per questo progetto sfortunato, incompiuto, da troppi anni bloccato nel “libro dei sogni”.
CONTINUA L’APPROFONDIMENTO SULLE INCOMPIUTE EX “CARIBONI”: