E’ dura e netta la richiesta fatta al presidente della Regione, Nello Musumeci, dall’Associazione antimafia Rita Atria in relazione alle esternazione fatte dall’assessore alla cultura Vittorio Sgarbi nei confronti del giudice Nino Di Matteo. Con una lettera il direttivo chiede le scuse ufficiali e la rimozione del critico d’arte dal suo ruolo in giunta.
“Abbiamo aspettato qualche ora prima di scrivere questa lettera aperta che probabilmente girerà solo sul web e non verrà pubblicata da nessun giornale importante perché noi siamo l’antimafia che non viene invitata nei convegni dei ministeri e siamo l’antimafia definita ‘antagonista’. Siamo l’antimafia sociale. Con orgoglio – si legge – abbiamo aspettato qualche ora per vedere quanti di quelli invitati a Milano agli stati generali dell’antimafia ritenevano opportuno dire qualcosa. Appunto. Abbiamo solo aspettato perché non è successo nulla. Di cosa stiamo parlando? Delle affermazioni di quel ‘signore’ che lei ha nominato assessore alla cultura. La frase su Di Matteo che ‘ha tratto beneficio delle minacce di morte ricevute dal carcere da Totò Riina. Ha cavalcato l’onda per fare il martire'”.
Certe frasi, scrive il direttivo dell’Associazione, “sono sempre gravi ma dette da un assessore della Regione Siciliana sono insopportabili e offendono la storia della lotta alla mafia. Sia Falcone che Nino Caponnetto sostenevano che la mafia ha più paura della cultura che della giustizia. Il suo assessore non può rappresentare la cultura siciliana; non può rappresentare la cultura che sconfigge la mafia. Chiediamo a lei signor presidente della Regione siciliana ufficiali scuse (non basta il rimprovero al suo assessore) e la rimozione dell’assessore Sgarbi per manifesta indegnità politica, etica e morale”.