“Quando la mafia tentava un attentato contro di me, per aver revocato un appalto miliardario, il deputato Claudio Fava si limitava a commemorare suo padre, al cui ricordo mi sono sempre unito in ogni occasione, ben prima di assumere ruolo di governo locale. L’insulso perbenismo di questo personaggio, invece, è una violenza alla costituzione e alla moralità pubblica”. Lo afferma governatore della Sicilia, Nello Musumeci, commentando la dichiarazione del presidente dell’Antimafia regionale che si è detto “d’accordo anche con il giudice Morvillo: Musumeci si tenga lontano, il 23 maggio e il 19 luglio, da chi ricorda i nostri morti”, parlando di un suo incontro con Marcello Dell’Utri.
“Si dovrebbe vergognare – aggiunge il presidente della Regione in un post pubblicato su Facebook – perché è un parolaio che vive di rendita e cerca ogni giorno un titolo di giornale, mentre da candidato alla presidenza non ha avuto neppure la buona creanza di dimettersi da presidente dell’antimafia regionale, come invece feci io nel 2017. L’unica cosa davvero stucchevole è il moralismo di chi si offre, come candidato presidente, agli eredi di quel ‘sistema antimafioso’ che ha guidato la Sicilia e che oggi cerca di farsi vivo di nuovo, magari sotto mentite spoglie. Ma con me Fava cade male: con me in Sicilia – chiosa Musumeci – è tornata la moralità nelle istituzioni, rese impermeabili a padrini e padroni, di qualunque colore. Se ne faccia una ragione”.