Ha provato a spaccare la maggioranza il Movimento 5 Stelle, lanciando il nome di Margherita La Rocca Ruvolo (Udc) sul tavolo da gioco. Ma Gianfranco Miccichè, con 39 voti su 69 deputati presenti, riesce a spuntarla e a risalire sullo scranno più alto di Sala d’Ercole, raggiungendo il quorum previsto dalla terza votazione.
Grazie al soccorso “rosso”, 4 i voti del Pd e 2 di Sicilia futura, il commissario di Forza Italia è presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo il mancato quorum nelle due votazioni di venerdì, sabato bastava avere la maggioranza dei voti tra i presenti. Ad aiutare il centrodestra sono arrivati i due deputati del partito di Salvatore Cardinale Nicola D’Agostino e Edy Tamajo, ma anche 4 dei democratici: il Pd aveva deciso di votare Nello Di Pasquale, ma alla fine l’ex sindaco di Ragusa riesce ad avere 7 voti su 11 deputati dem.
Risultato della giornata di sabato? Pd spaccato con 4 franchi tiratori, riconducibili all’area renziana, che hanno deciso di puntare sul candidato della maggioranza. E l’elezione ha fatto andare su tutte le furie l’ex assessore dem Antonello Cracolici in sala stampa: “Mi pare evidente che ci siano stati quattro franchi tiratori nel mio gruppo, un soccorso inutile perche’ Micciche’ avrebbe vinto lo stesso con 35 voti, compresi quelli di Sicilia futura. C’e’ un problema politico, e’ evidente”.
Suonato il gong del 35esimo voto, Miccichè sale sullo scranno conquistato faticosamente: “Sono veramente emozionato – dice – il mio compito sarà favorire il percorso della realizzazione del programma che i siciliani hanno votato con Musumeci. Il compito del governo sarà arduo, titanico per come e’ ridotta la nostra terra, ma sono sicuro che Musumeci saprà farlo con le capacità dimostrate in passato. E’ una grande emozione stare qui per la seconda volta – aggiunge, ricordando la sua precedente esperienza da presidente dell’Ars durata dal 2006 al 2008 con il governo Cuffaro – e non vi nascondo che per scaramanzia non avevo preparato alcun intervento”.
Il primo pensiero del neo presidente va ai costi della politica: “Sono favorevole al taglio degli stipendi troppo alti, ma credo che il mondo abbia da tempo dichiarato il fallimento del marxismo e il successo del capitalismo – afferma -. Sono contrario agli stipendi troppo bassi”. E lancia una stoccata all’ex presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “Se i tagli sono serviti a migliorare l’efficienza dell’Amministrazione lo ringraziero’ ma se hanno peggiorato il funzionamento faro’ diversamente. Non considero positivo risparmiare cento se questo poi fa un danno di duecento. Non credo che una buona amministrazione possa funzionare come un’impresa se chi ci lavora non e’ contento e soddisfatto. E torna a casa con guai causati da uno stipendio troppo basso”.
Miccichè chiama i giornalisti nell’ex sala rossa e annuncia l’intenzione di cambiare la commissione Antimafia: “Ho sentito Claudio Fava e anche lui è d’accordo con me: la commissione Antimafia deve cambiare ruolo e nome: non possiamo parlare di mafia in generale, non ne abbiamo titolo – dice – Puntiamo invece a guardare eventuali fenomeni corruttivi dentro la Regione. La commissione si dovrebbe chiamare Anticorruzione e dovrebbe indagare dentro la macchina regionale”.
Il nuovo presidente ha intanto convocato la prossima seduta d’aula lunedì alle 16. All’ordine del giorno l’elezione dell’ufficio di presidenza: poltrone da vicepresidente, deputati questori e segretari.