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Presidenza Ars: Miccichè non ce la fa neanche al secondo turno

venerdì 15 Dicembre 2017

Si ferma a 35 voti, nella corsa per la presidenza, Gianfranco Miccichè alla seconda votazione all’Ars. Regge il muro del Pd e del Movimento 5 Stelle. Ha partecipato al voto anche Sicilia Futura.

Il leader forzista si è dovuto, così, arrendere all’evidenza di una seconda “fumata nera” e adesso è costretto a ripresentarsi per la terza votazione. A Miccichè è mancato un solo voto per farcela nella seconda votazione. La seduta è stata aggiornata a sabato mattina alle 11.

Anche in questa seconda votazione i deputati del Pd non hanno votato.

La prima votazione era finita con Miccichè che aveva ottenuto 33 voti, rimanendo lontano dal quorum richiesto. Due voti per Tancredi (5stelle). Avevano ottenuto un voto a testa,  tra gli altri, Cancelleri, De Luca, Savona, Pasqua. Una scheda bianca.

Non avevano risposto alla chiamata, nella prima votazion,e i deputati del partito Democratico, che non hanno votato. Al primo scrutinio i 5 Stelle hanno, invece, annunciato che ciascuno avrebbe votato per se stesso. Neanche i deputati di “Sicilia Futura”, come quelli del Pd avevano risposto al primo appello per il voto del presidente Ars.

“Abbiamo chiesto al Partito democratico di non votare Micciché – ha sottolineato Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle –  perché siamo convinti che non rappresenti il popolo siciliano”. 

Il M5s è disponibile a votare un esponente del centrodestra alla presidenza dell’Assemblea ma no Gianfranco Miccichè, perché non ha i requisiti. Ora riuniremo il gruppo parlamentare e faremo la nostra proposta sul nome”.

In mattinata la seduta è iniziata poco dopo le 10. Nello Musumeci è arrivato all’Ars in compagnia del vicepresidente della Regione Gaetano Armao, i deputati arrivano alla spicciolata, in un via vai di parenti e accompagnatori, pronti a vivere l’emozione dell’attesa della prima seduta che va a insediare la XVII legislatura.

Il presidente della Regione ha incontrato brevemente i giornalisti:“Sul fronte del risanamento dei conti, tra due anni saremo sulla strada della normalità, è inutile oggi piangere sul latte versato”.

Musumeci potrebbe mettere in discussione la stagione dei patti con lo Stato e gli accordi del 2014, 2016 e 2017, disconoscendo di fatto la parte precedentemente conclusa da Crocetta con la rinuncia dei contenziosi, che ha fatto entrare nelle casse della Regione un miliardo e 400 milioni di euro all’anno.

Correggendo il tiro e rinegoziando, è la tesi, la Sicilia potrebbe ottenere anche di più. Una premessa ambiziosa che trova il conforto di una serie di valutazioni contenute anche nello studio portato avanti dalla commissione sui conti della Regione per il 2017, voluta dall’assessore all’Economia Gaetano Armao.

Il presidente della Regione Musumeci ha anche presentato la sua squadra di governo al parlamento siciliano.
“Concorderò con il presidente dell’ Assemblea regionale la seduta nella quale renderò le dichiarazioni programmatiche”, mentre il deputato Alfio Papale, deputato anziano che presiede nel suo discorso d’apertura ha auspicato l’inizio : “della legislatura della speranza”.

Presente alla seduta anche Guido Lo Porto, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana dal 2001 al 2006: “Una votazione come sempre complessa ma sono convinto che oggi avremo il presidente dell’Ars. Il presidente sarà Miccichè perchè è l’unico che parte da una base abbastanza solida”, ha affermato, conversando con i cronisti.

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