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Palermo, giallo al cimitero dei Rotoli: scoperto in un baule lo scheletro di una bimba [FOTOGALLERY]

mercoledì 20 Dicembre 2017
Lo scheletro della bimba Ninfa [Foto ANSA]
Foto di Antonio Fiasconaro

 

PALERMO. Un mistero aleggia al cimitero dei Rotoli di Palermo. Come riporta oggi il quotidiano La Sicilia di Catania in prima pagina, con un articolo del collega Antonio Fiasconaro«Scoperta la mummia di una bambina. Chi è? Da dove viene? Un enigma in piena regola. Dentro il piccolo baule dove é custodita un piccolo foglietto di quaderno a quadri con scritto S. PROSPERO 25 SETTEMBRE 1977».

In realtà, non è una mummia, come si credeva. Ma questo è l’unico mistero finora svelato sulla piccola trovata in un baule durante in un deposito del cimitero dei Rotoli. Una settimana fa la scoperta della piccola; oggi un esame dei resti da parte dell’antropologo fisico Dario Piombino-Mascali, studioso di mummie e ispettore della Sovrintendenza ai Beni culturali di Palermo.

L’ispezione ha consentito di accertare che il corpo della bambina non è stato sottoposto a processi di mummificazione. Lo scheletro è rivestito con un abito prezioso e imbracato in una armatura di fil di ferro appositamente allestita. Il capo, che presenta tracce di una fasciatura, è ornato da una coroncina di rose. Ma la scoperta più sorprendente è venuta dall’ispezione del baule. Sono venuti fuori frammenti di ossa, alcune di persone adulte, e un biglietto con la scritta “San Prospero”. E una data: 25 settembre 1977. Questa è l’unica traccia sulla storia della piccola che viene così riportata a 40 anni fa (potrebbe essere l’epoca della morte).

Le condizioni del corpo e la cura di conservazione fanno pensare che la piccola, a cui è stato dato il nome di Ninfa come quello di una delle antiche patrone di Palermo, sia stata esposta da qualche parte. Come sia finita al cimitero dei Rotoli è un giallo. Nessuno degli addetti era informato della sua presenza. L’unico eventuale testimone dell’arrivo del baule è don Giuseppe Calafiore, parroco del cimitero, che però è morto sette anni fa. L’ispettore Dario Piombino-Mascali, curatore delle mummie dei cappuccini di Palermo, esclude che il corpo sia stato mummificato. “Ci sono varie tracce – dice – di interventi. Ma non sono chiare le ragioni del trattamento”. E soprattutto non trova spiegazione il fatto che l’ingresso del baule non sia stato annotato nei registri del cimitero. Sui risultati dell’ispezione Piombino-Mascali farà una relazione alla Sovrintendenza.

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