Lo stop della Regione all’impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani a San Filippo del Mela (75 mila tonnellate l’anno), ha comportato due anni di “congelamento” di un investimento da 35 milioni di euro. Adesso, con la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della società A2a (leader in Italia per produzione di energia e gestione da rifiuti), può ricominciare l’iter.
I giudici amministrativi hanno annullato il provvedimento con il quale l’assessorato regionale al territorio ed ambiente aveva negato la realizzazione dell’impianto di biodigestione anaerobica e di produzione di biometano da immettere in rete e di compost per usi agricoli.
Nella sentenza i magistrati evidenziano come non sussistano ostacoli all’impianto e come questo sia stato dimensionato tenendo in considerazione il fabbisogno di trattamento della frazione organica da raccolta differenziata in provincia di Messina, eventualmente da estendersi anche alle province di Catania, Enna e Palermo. Inoltre province come Messina, Siracusa, Trapani ed Enna sono del tutto sprovviste di impianti per la frazione umida. Attualmente i costi per la gestione della frazione umida della differenziata sono altissimi e i rifiuti percorrono centinaia di chilometri proprio per lo smaltimento a causa della mancanza di impianti.
Sindacati e Legambiente, accolgono con favore il via libera del Tar: “Un’ottima notizia” che consente alla Sicilia di uscire dal sistema oggi in tilt delle discariche.
“Soddisfazione ma anche la consapevolezza che, adesso, occorre accelerare sulla riconversione dell’impianto. È un investimento importante – sottolineano Antonino Alibrandi, segretario generale della Cisl Messina e Sebastiano Lo Monte, segretario provinciale della Flaei Cisl – che punta alla transizione energetica di tutto il sito. Guardiamo avanti con fiducia, al futuro occupazionale dei lavoratori e alla costruzione di un impianto di nuova generazione che può chiudere il ciclo dei rifiuti a servizio dell’intera comunità provinciale, con la possibilità di produrre anche energia, attraverso il biometano e il compost di qualità, con un risparmio economico ed ambientale consentendo di non dover più inviare i rifiuti fuori provincia”.
Analoga posizione per Giovanni Mastroeni, segretario generale Cgil: “Una giusta sentenza. Il progetto è un esempio concreto di un processo di riconversione industriale nell’area di Milazzo”. E aggiunge il segretario generale della Uil Ivan Tripodi: “La decisione del tar è il miglior viatico per la nascita di un impianto necessario ed indispensabile per il territorio”.
Infine interviene anche l’assessore alla politiche ambientali di Messina Dafne Musolino che è anche presidente della SRR Area Metropolitana: “Ecco come la burocrazia regionale uccide gli sforzi che i Comuni e le SRR stanno facendo per implementare la raccolta differenziata, non solo non realizzando gli impianti già finanziati (come la settima vasca di Bellolampo) ma bloccando pure le iniziative dei privati che sono a favore della differenziata. Sono dunque serviti due anni di giudizio per ottenere una risposta che, francamente, era scontata: la A2A ha diritto a richiedere la VIA per realizzare l’impianto per il trattamento dell’umido e la Regione Siciliana, o meglio la CTS, ha sbagliato a rigettare la richiesta. La vicenda assume una valenza paradossale se pensiamo che A2A ha presentato un progetto di riconversione dell’impianto già esistente a Pace del Mela, per la realizzazione di un impianto di trattamento dell’umido che è in grado di smaltire 75000 tonnellate l’anno, e mentre in Sicilia i Comuni vengono soffocati dai rifiuti che non possono essere smaltiti perché non ci sono impianti sufficienti, la Regione che fa? Rigetta la richiesta di VIA al più grande gruppo industriale energetico.
La Musolino sottolinea come attualmente a il Dipartimento Regionale dell’Acqua e Dei Rifiuti dispone che i rifiuti di Barcellona PG, Milazzo e Furnari (tutti nel territorio della provincia di Messina) debbano portare i loro rifiuti a Trapani, e nel frattempo abbia negato l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto che si trova nella stessa Provincia di Messina. Data la carenza di impianti regionali, il Comune di Messina ha dovuto sostenere maggiori costi per lo smaltimento della frazione umida, che è arrivata a costare 250€/ton rendendo necessario trasportare i rifiuti fino a Modena.
“Bloccando iniziative come quella di A2A- conclude Musolino– non si permette l’abbassamento della tariffa che rappresenta uno degli aspetti positivi della raccolta differenziata in quanto i comuni e le SRR sono costrette a portare la frazione umida degli RSU fuori dalla Regione Siciliana con costi altissimi che vanno a incidere sulla tariffa”.