“Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere ma continua a dire ‘non sono stato io. Non ho ucciso mia moglie, non l’ho colpita io, non l’ho mai picchiata”‘. Lo avrebbe detto stamane al Gip di Catania Simona Ragazzi Leonardo Fresta, 40 anni, nel carcere di Catania durante l’interrogatorio di convalida del fermo per l’omicidio della moglie Debora Pagano, 32 anni, alla presenza del suo legale, l’avv. Salvatore La Rosa. Il Gip deciderà in merito alla convalida del fermo entro domani mattina.
“Leonardo Fresta – ha detto il legale parlando con i giornalisti all’uscita del carcere – ha soltanto fatto una specifica relativamente alle macchie di sangue trovate nell’appartamento dicendo che sono sue. Ha detto di aver perso lui questo sangue a causa di una epistassi per un momento di pressione elevata“. “Sulle cause del decesso della donna – ha aggiunto l’avv. La Rosa – non ha saputo dare spiegazione. Tutto ciò che c’è negli atti è la presenza di un’asma da parte della signora e che in quell’appartamento ci sono stati lavori per circa 20-25 giorni di pittura e riattamento dell’immobile. E’ tutto ancora in itinere. Ancora non abbiamo nessuna conferma di quello che può essere stata la causa del decesso ed è tutto basato sui risultati dell’autopsia. Vi sono altre indagini in corso da parte della Procura della Repubblica delle quali non posso dare contezza“.
“Ho trovato il mio assistito – ha concluso l’avv. La Rosa – abbastanza tranquillo. Ora finalmente ha capito quello che è successo ed è riuscito a mettere a punto tutte le situazioni che si sono succedute nella sua testa e quelle che si sono verificate. Ora sembra più in condizioni di capire quello che sta avvenendo. Prima era abbastanza straniato, non era molto convinto”.