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Riprendono gli scavi sul Monte Altesina a Nicosia, previste due giornate per far conoscere il sito archeologico

venerdì 20 Maggio 2022
Alberto Samonà

Giovedì 9 giugno, alle ore 16,00, a Nicosia (EN), presso l’auditorium dell’Istituto I.I.S. F.lli Testa, si terrà la giornata di studio “Il Monte Aereus. Dalla polis greca all’Islam” nel corso della quale verranno illustrati gli scavi condotti dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Enna, diretta da Nicola Neri, nell’area archeologica di Monte Altesina. Venerdì 17 giugno, invece, sul Monte Altesina si svolgerà una giornata di “archeologia pubblica” con partecipazione libera nel corso della quale gli archeologi illustreranno “sul campo” le attività di ricerca svolte fino ad ora.

Le ricerche archeologiche sul monte Altesina proseguono grazie alla convenzione triennale stipulata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna con l’Università Bordeaux-Montaigne e il Comune di Nicosia.

La collaborazione con le Università e gli istituti di ricerca è una componente essenziale nell’indagine storico-archeologica. Le numerose convenzioni sottoscritte dalle Soprintendenze della Sicilia e dai Parchi archeologici con Università di tutto il mondo – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ci restituiscono una conoscenza sempre più approfondita e dettagliata della storia della Sicilia. Aprire i luoghi della cultura e, in particolare i cantieri di scavo, alla visita orientata è un modo per far partecipare le comunità locali alla propria storia, in un processo di progressiva acquisizione di conoscenza e consapevolezza“.

Nell’ottobre 2020 e nel giugno 2021, seppure in maniera ridotta a causa del periodo pandemico, il gruppo di ricerca è stato in grado di portare avanti il lavoro scientifico nel sito e nei successivi mesi di gennaio e febbraio 2022 sono state condotte analisi preliminari dei reperti archeologici provenienti dagli scavi precedenti e conservati presso i depositi del Museo Archeologico di Enna, a Palazzo Varisano.

L’impulso dato all’attività di ricerca archeologica condotta sul campo sul campo grazie anche a legami di collaborazione sempre più stretti e consolidati con le Università e le Amministrazioni locali – dice il Soprintendente, Nicola Neri è molto importante per la conoscenza e tutela del nostro patrimonio culturale. È altresì fondamentale la collaborazione con il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale proprietario della Riserva, per il sostegno all’iniziativa e per protezione del sito, compito svolto dal gestore della Riserva“.

Gli scavi archeologici condotti dalle Soprintendenze di Enna e di Agrigento – osserva l’arch. Carla Mancuso, della Soprintendenza di Enna, referente e responsabile scientifico del progetto di ricerca insieme alla prof.ssa Anna Caiozzo e al dott. Giuseppe Labisi, dell’Università di Bordeaux-Montaigne – hanno dimostrato come l’anonimo insediamento del Monte Altesina fosse in età classica un centro importante nel panorama isolano. La presenza del gruppo di ricerca francese costituisce un importante segnale per la comunità scientifica e per la comunità locale perché consente di dare attuazione al lavoro sistematico di ricerca in un sito che ha prodotto livelli autonomi, originali e variegati di cultura sin dalla preistoria e dove si rintracciano presenze di organizzazioni di vita collettiva di singolare interesse scientifico“.

La campagna archeologica si svolgerà dal 6 al 18 giugno e sarà presente a Nicosia, per le ricerche sul monte Altesina, un gruppo di ricerca multidisciplinare composto da quindici archeologi, di cui dieci provenienti dall’ateneo francese.

Obiettivo di questa campagna di indagini è la ricognizione sistematica delle evidenze archeologiche del sito e la loro documentazione scientifica.

Per Anna Caiozzo:Il progetto di ricerca sul Monte Altesina si inserisce nella cosiddetta storia globale e patrimoniale in quanto analizza la storia e l’archeologia del sito nel contesto storico compreso fra la conquista islamica, il periodo normanno e quello basso medievale focalizzando, oltre agli aspetti archeologici, il patrimonio culturale e le relative pratiche sociali“.

E per Giuseppe Labisi “le indagini preliminari finora condotte nel sito hanno consentito di identificare l’estensione complessiva dell’insediamento di età classica e di individuare tracce della cultura materiale correlabile al contesto medievale insieme all’importante presenza dell’epigrafe in arabo di metà di IX secolo: queste evidenze saranno esplorate nel corso dell’imminente campagna archeologica“.

 

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