Quando la scuola media era un luogo di apprendimento che forniva solide basi per il prosieguo degli studi, il primo approccio con la storia antica, romana in particolare, era rappresentato da un motto latino che recitava : “ historia est magistra vitae – la storia è maestra di vita – aggiungo :nel bene e nel male.
Scorrendo ed anche soffermandomi sulle notizie di stampa di questi ultimi giorni ho notato su un quotidiano nazionale, di quelli che vengono definiti “ autorevoli “ oltre che “ liberi ed indipendenti “, un riquadro nel quale erano riprodotte un certo numero di foto di personaggi più o meno noti. Fin qui nulla da dire ma, la sorpresa riguardava la ragione che aveva portato a questa produzione artistica e cioè la pubblicazione di un elenco di personalità che, a dire degli articolisti, sarebbero filoputiniane o comunque filorusse.
Un lampo mi illuminò la memoria che inquadrò l’immagine di una colonna del foro romano dove il dittatore Lucio Cornelio Silla – o Sulla – che, fra l’altro, non era un combattente da scrivania ben pagato, ma un grande generale sui campi di battaglia, faceva pubblicare un elenco di nomi di cittadini romani i quali perdevano ogni diritto civile, erano espropriati dei loro beni, costretti, se andava bene all’esilio, ma più generalmente alla morte senza prove, processi od altro ma solo in relazione ad una generica accusa di avere tramato contro lo stato od il potere di Roma.
Si trattava delle LISTE DI PROSCRIZIONE che non sono poi state più ripetute negli ultimi 2000 anni.
Le epoche sono diverse e, fortunatamente diverse sono le possibilità di arrecare danni fisici, ma il metodo applicato è il medesimo.
In un tempo, il nostro, in cui l’immagine e la comunicazione sono fondamentali, pubblicare e chiosare immagini di questo tipo è da considerarsi alla stregua di redigere delle liste di proscrizione a mezzo delle quali si espongono alla gogna mediatica personaggi che spesso hanno grande dignità personale ma, il grave torto di non essere in sintonia acritica con pensiero unico su un argomento come la guerra in Ucraina che per ora tiene i titoli e le pagine di tutti i giornali. Giornalisti, direttori e redattori si adattano ad una operazione mediatica di questo tipo : o sei d’accordo su quanto decide chi detiene attualmente il potere economico e mediatico o non hai diritto di parola. Se potessero toglierebbero anche il lavoro e con esso il diritto alla sopravvivenza.
Ma quale libertà difende questo tipo di stampa ? quale indipendenza ? Quella degli “ ottimati “ per tornare a Silla o quella che dovrebbe garantire ad ogni cittadino il diritto di essere rappresentato dalla stampa e potere manifestare attraverso di questa il proprio pensiero ? Le illusioni consentono di condurre la propria vita confidando in un avvenire migliore ma, sappiamo che svaniscono presto lasciando solo le disillusioni.
D’altro canto cosa c’è da spettarsi da questo tipo quotidiani autorevoli , indipendenti e liberi ? Indipendenti certamente dai bisogni della gente dai desideri di cambiamento per realizzare una società più giusta e più umana. E poi liberi da che cosa ? Di fare nel tempo, così come hanno fatto, i megafoni di Mussolini durante il fascismo, poi della repubblica di Salò passando rapidamente all’antifascismo ed al sostegno di ogni governo, purchè governo, della prima e successivamente della cosiddetta seconda repubblica Italiana con l’aggravante che prima erano al servizio della politica dominante oggi lo sono dell’economia e della finanza che hanno ridotto i politici a garzoni di cucina.
Mi piace ricordare che le libertà di pensiero e di espressione delle proprie opinioni sono i cardini della democrazia che non ha bisogno di essere aggettivata nè citata ad ogni piè sospinto ma solo attuata.