Graziella Campagna aveva 17 anni quando, il 12 dicembre del 1985, fu uccisa a Forte Campone, per aver visto qualcosa che non doveva, l’agendina del latitante Gerlando Alberti junior. Graziella lavorava in una lavanderia di Villafranca e per il suo omicidio, dopo una serie di processi dal percorso a dir poco tortuoso e lunghissimo, sono stati condannati all’ergastolo Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera.
Adesso però a Sutera, detenuto in Toscana, è stata concessa la semilibertà e potrà uscire per rientrare in carcere la sera. La notizia ha letteralmente sconvolto la famiglia Campagna, ed indignato profondamente il fratello Piero, che da carabiniere (adesso è in pensione) riuscì a scoprire la verità ed a fare condannare i killer.
“Questo Stato facendo così spinge le persone a farsi giustizia da sé, non a rivolgersi alla legge- dichiara Piero Campagna- Se le persone si rendono conto che non è possibile ottenere giustizia si sentono impotenti. Non mi sento rappresentato da questo Stato“.
Piero Campagna ha dedicato tutta la sua vita per far valere il diritto alla giustizia, insieme al fratello Pasquale e il lungo iter giudiziario è durato 25 anni tra insabbiamenti, assoluzioni, silenzi, omertà.
Adesso Sutera uno dei due killer della sorella, condannato all’ergastolo e detenuto in Toscana, potrà uscire dal carcere per fare volontariato presso un’associazione e poi ritornare la sera in carcere. “Non è la prima volta tra l’altro – prosegue Campagna– già nel 2018 la Procura generale di Firenze aveva rigettato l’istanza dell’avvocato della nostra famiglia e non aveva chiesto la revoca della liberazione condizionale concessa nel 2015 a Giovanni Sutera. In seguito eravamo riusciti a far togliere la libertà condizionale e a farlo tornare in carcere e ora gli concedono altri benefici. È una cosa gravissima”.
La storia di Graziella è diventata anche un film per la tv con Peppe Fiorello proprio nel ruolo del fratello Piero, carabiniere testardo e coraggioso.
“Mi chiedo -conclude – se i nostri politici quando fanno le leggi pensano che questa ragazza martoriata poteva essere loro figlia o sorella. Inoltre Sutera è un criminale che non si è mai pentito come può lavorare mi chiedo per un’associazione di volontariato?. Mi vergogno di essere italiano, hanno ucciso un’altra volta mia sorella”.